Il Tar di Bolzano ha sospeso il provvedimento provinciale che dall'8 settembre scorso aveva consentito ai cacciatori il prelievo di 958 marmotte. E' l'ultima puntata di una querelle legale che dura da parecchi mesi e che spesso ha visto gli ambientalisti uscire vincitori.
Tralasciando i diritti dei cacciatori e quelli delle marmotte, appare interessante quanto scrive al proposito Giulia Pompili su Il Foglio, e cioè che dal 1992 quando le marmotte sono diventate specie protetta è cambiato qualcosa nell'equilibrio delle Alpi. “Se negli anni Novanta - scrive Pompili - per chiunque facesse una passeggiata sulle Alpi, l’incontro con una marmotta era vissuto come un evento, oggi non lo è più. In alcune zone sono talmente abituate all’uomo che scendono giù, fino all’ingresso della funivia così che tra qualche anno non sarà più necessario nemmeno camminare per avvistarle. Sono tante, tantissime, le marmotte, e il motivo viene anche dal fatto che per più di vent’anni abbiamo interrotto una catena alimentare naturale”. Alla quale appartiene il cacciatore alpino “che sa riconoscere a occhio il numero di 'unità' da abbattere per mantenere l’equilibrio. A volte la messa sotto tutela di alcune specie animali finisce per far peggio della natura stessa”.