Dai censimenti realizzati negli ultimi decenni nella parte bielorussa della “zona di esclusione” intorno alla centrale nucleare di Chernobyl è emerso che il territorio è stato ricolonizzato da cervi, caprioli, cinghiali e lupi. La zona - secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Current Biology” da Tatiana Deryabina della Polessye Radioecological Reserve a Choiniki, in Bielorussia – sembra essere destinata a diventare una riserva naturale per grandi mammiferi selvatici.
Il nuovo studio, condotto sorvolando la zona in elicottero, mostra che le popolazioni di mammiferi hanno recuperato, aumentando costantemente nei decenni. Secondo gli autori, le densità di popolazione di cervi, caprioli, cinghiali sono simili a quelle delle riserve naturali incontaminate della regione. Per quanto riguarda i lupi che vivono all'interno della zona di Chernobyl, invece il loro numero è addirittura sette volte maggiore di quelli registrati nelle stesse riserve.
La notevole inversione di tendenza nella zona dopo l'incidente del 1986, suggerisce come la pressione degli insediamenti umani abbia un impatto negativo sulle popolazioni di mammiferi selvatici (lescienze.it).