In molte zone della
Toscana l'
emergenza per la presenza fuori controllo di
caprioli e
cinghiali assume livelli preoccupanti. Secondo i cacciatori del CCT (
Confederazione dei Cacciatori della Toscana) derogare rispetto ad un piano risolutivo potrebbe costare caro.
Massimo Cocchi, della segreteria regionale della Confederazione, afferma che “la legge obiettivo non serve. La Toscana ha già una delle normative più all'avanguardia d'Italia”. Il problema è che non è stata attuata.
“Nelle aree non protette – prosegue Cocchi – la normativa distingue tra aree vocate e aree non vocate alla presenza degli ungulati dove la legge dice che la gestione deve tendere alla 'densità zero' per queste specie”. Le Province hanno la competenza di definire, autorizzare e attuare tutte le azioni necessarie, avvalendosi anche dei cacciatori. Tra l'altro, specifica ancora Cocchi, “la normativa regionale 3 del 1994 afferma che si può intervenire anche in quelle aree soggette a vincoli e protezioni” (La Nazione).