In data 14 ottobre è stato presentato in una riunione, a cui sono state invitate tutte le Associazioni Venatorie, il nuovo Piano faunistico venatorio per la regione Lombardia ed il relativo Studio di Incidenza.
Federcaccia Lombardia ha attivato un gruppo di lavoro per esaminare il documento da cui dipenderà la futura programmazione dell'attività venatoria.
Il principio che deve valere – sottolinea l'associazione – è che il Piano faunistico deve programmare il territorio e gli unici criteri limitativi sono oasi, Zrc, valichi ed eventuali rotte di migrazione. Tutto il resto è di competenza della legge 6/93 che norma in modo preciso cosa deve contenere il piano. Da una prima lettura emerge subito una gravissima carenza. Il sistema di classificazione riguardante lo stato di conservazione non è aggiornato. Sono utilizzate ancora le definizioni Spec oggi abbandonate dallo stesso ente Birdlife International, che le aveva proposte nel 2004. Sono oggi disponibili sia il report Articolo 12 degli Stati Membri Ue sia la Red list of European Birds del 2015, pubblicata da Birdlife International e prodotta da un pool di enti di studio degli uccelli per la Commissione. In sostanza viene utilizzato il lavoro di Birdlife del 2004, che quindi presenta lo stato di conservazione dell'avifauna dei dieci anni precedenti, che rende il futuro Piano faunistico già vecchio di 20 anni. Questo ha come conseguenza che il Piano faunistico propone applicazioni e scelte non fondate sui dati più recenti.