Nella presentazione di ieri della
legge obiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana, all'approvazione oggi della giunta regionale, l'assessore all'agricoltura, foreste, caccia e pesca,
Marco Remaschi, ha ribadito l'esigenza di tutelare concretamente l’agricoltura e l’equilibrio ambientale del territorio toscano. “I danni alle coltivazioni agricole – ha detto l'assessore – provocate dalla presenza sovradimensionata degli ungulati non sono più tollerabili. La
crescita esponenziale della presenza di ungulati è tale che il disequilibrio dei nostri sistemi, se non interveniamo, è destinato ad aumentare”.
In Toscana infatti sono stimati circa 200.000 caprioli, altrettanti cinghiali, 8.000 daini e 4.000 cervi. Ciò è dovuto anche alla particolare conformazione del territorio, coperto da boschi e foreste per il 60%, nonché dalla qualità ambientale particolarmente favorevole per la fauna e in particolare per gli ungulati.
La legge prevederà anche una serie di azioni di valorizzazione delle carni selvatiche: saranno creati i presupposti per la creazione di una filiera per la commercializzazione di una parte almeno delle carni di selvatici, molto richieste dal mercato. La carne, frutto dell’attività di selezione, sarà utilizzata anche per azioni di solidarietà sociale.
Nel frattempo gli animalisti hanno già iniziato con le proteste. La LEAL, Lega Antivivisezionista di Arezzo, ha ribadito il suo diniego verso la caccia per ridurre il numero di animali. In alternativa suggerisce i soliti rimedi (costosi e inefficaci) che riguarderebbero le recinzioni elettrificate unite a foraggio dissuasivo, lo stop ai foraggiamenti con sanzioni pesanti, la selvicoltura naturalistica e sistemica in quanto un bosco capace di fornire cibo e protezione trattiene gli animali, l'obbligatorietà dei censimenti della fauna selvatica.