Sta procedendo l'iter parlamentare del
disegno di legge n. 773/14 di modifica della legge sulla caccia, disegno presentato il 17 giugno 2014 con l'obiettivo di riformare e migliorare la
legge regionale siciliana n. 33/97.
Più volte in passato è stato cambiato il testo della normativa, limitatamente però a specifici articoli, per migliorarli o comunque renderli conformi alla legge nazionale 157/92. Infatti, la Sicilia pur essendo Regione a statuto speciale, ha potestà legislativa esclusiva in materia di caccia, ma sempre all’interno degli spazi definiti dalla legislazione nazionale, appunto con la cosiddetta legge quadro, dal momento che lo Stato ha potestà legislativa esclusiva in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema.
I principali aspetti che sono affrontati nel ddl riguardano la gestione degli ATC, gli appostamenti fissi, la caccia di selezione, le deroghe, i demani forestali, i siti di Natura 2000 e il Piano Faunistico Regionale.
Pur nei limiti della normativa nazionale, i deputati hanno cercato di migliorare la norma attuale, anche se rimangono in essere alcune criticità di grave impatto per il settore. In particolare, l’eliminazione della possibilità, in sede di emanazione del calendario venatorio, di consentire un numero di giornate da 20 a 30 limitatamente ad alcuni ambiti per la sola selvaggina migratoria, comporterebbe un’eccessiva limitazione della mobilità dei cacciatori dediti alla migratoria, comportando una discriminazione di tale forma di caccia.
Inoltre, la previsione di una nuova tassa che si aggiunge a quelle già esistenti per “finanziare” i Comitati di Gestione degli Atc e la mancata previsione di rigidi vincoli di utilizzo delle cospicue tasse versate dai cacciatori, anche in ottemperanza a quanto disposto dalla legge quadro nazionale che ne prevede l’utilizzo esclusivo, per evitare l’annoso problema tutto siciliano dell’assenza di risorse finanziarie per la gestione faunistica (quotidianodisicilia.it).