“Abbiamo cercato di dare una risposta a un
problema segnalato non solo dal mondo venatorio, ma anche da molte
amministrazioni comunali: un iter burocratico-amministrativo urbanistico normato secondo discipline in materia di edilizia, ambiente e sicurezza, per il posizionamento di
capanni temporanei da caccia è solamente un appesantimento inutile e costoso, sia per il cittadino cacciatore, sia per le amministrazioni locali che si trovano gravate da pratiche delle quali si può fare a meno”. È quanto si legge nel
comunicato congiunto a firma di
Sergio Berlato, del Presidente
Roberto Ciambetti e dell’assessore
Giuseppe Pan, in cui vengono spiegate le ragioni dell'approvazione della legge relativa agli “appostamenti precari ad uso venatorio”.
“In Italia viviamo situazioni paradossali – hanno spiegato Berlato, Ciambetti e Pan – perché nel nostro Paese si possono costruire e tenere in piedi eco-mostri nell’indifferenza generale mentre si pretende che il capanno temporaneo per la caccia abbia più certificazioni di edifici in cemento armato costruite lungo gli argini di un fiume. E’ una situazione surreale anche in considerazione degli stretti controlli cui è sottoposto il mondo venatorio, che non può, né vuole, sgarrare. La nostra speranza – concludono Berlato, Ciambetti e Pan – è che si possa arrivare ad una norma certa, chiara, che garantisca l’esercizio dell’arte venatoria senza compromettere l’ambiente, obiettivo, questo, ben condiviso nella pratica quotidiana da tutti i cacciatori ed è questo a cui miriamo: fare chiarezza e dare certezze senza essere discriminatori, senza voler penalizzare nessuno”.