Germano Mattei, leader di “Montagna viva”, movimento politico ticinese, ha rilanciato nei giorni scorsi l'allerta lupo, per cercare riscontri concreti e attuare eventuali contromisure nelle valli del Comasco. “Dalla Valle Morobbia – precisa Mattei – il lupo può tranquillamente sconfinare in Val Colla, dove è stato avvistato di recente e di lì in Val Cavargna, dove quest'anno ha decimato un gregge di pecore di un contadino (da 39 a 19 capi)”.
Ad oggi non sarebbero state ritrovate carcasse nei dintorni delle aree montane più a rischio, ciò non toglie che il lupo sarebbe già più volte sconfinato in Val Cavargna. Il comandante della polizia provinciale, Marco Testa, precisa: “Ogni segnalazione che arriva merita attenzione. La nostra attività di monitoraggio – attraverso foto-trappole piazzate sulle cime al confine tra Italia e Svizzera – prosegue in ogni caso senza interruzione”.
Tuttavia gli Uffici per la caccia e pesca del Ticino e dei Grigioni confermano la presenza di due branchi di lupi, uno in Valle Morobbia (al confine al pari della Val Colla con la Val Cavargna), l'altro nella zona del Calanda (La Provincia).