Si aggiunge agli amici di BigHunter anche
Francesco Nacca, giovane 37enne di
Caserta, impiegato statale nel settore della sicurezza. Per lui la caccia è l'anello di congiunzione tra fauna e ambiente, fondamentale per il benessere della natura e soprattutto del territorio. Per questo il
cacciatore diventa una
sentinella e un buon
intenditore del territorio.
“Alcuni la definiscono una malattia, altri una fissazione, ma per me la caccia – ci dice Francesco – non è altro che il mio stile di vita, tramandata con sacrificio da mio zio. In quell'epoca l'attività venatoria era sinonimo di libertà, mentre oggi invece assistiamo sempre più a restrizioni e continui attacchi da parte dei mass-media che ci raffigurano come degli assassini sottovalutando la vera figura del cacciatore, colui che invece rappresenta la legalità e rispetta le leggi e le regole”.
Nella sua vita Francesco ho svolto molte forme di caccia dal colombaccio da palco alla beccaccia e cinghiale, ma quella che predilige resta sempre quella tramandata da suo zio, delle pavoncelle e degli anatidi.
Francesco sottolinea come oggi il declino della categoria dei cacciatori sia da ricercare nel fatto che i giovani non condividono più questa passione; inoltre anche il sistema dell'associazionismo dopo 20 anni è da considerarsi totalmente fallimentare in Italia. Il cacciatore casertano crede che sia arrivata l'ora di cercare di creare un'unica grande associazione, così come è stato fatto in Francia, per il bene e il futuro della caccia. Dal canto suo Nacca cerca di dare il suo contributo partecipando assiduamente alle manifestazioni in favore della caccia, perché fiero e orgoglioso di questa sua “fissazione”.