Il
Tar di Brindisi in data 19 gennaio 2009
ha accolto l'istanza cautelare presentata da alcune associazioni ambientaliste
sospendendo l'autorizzazione per la cattura delle lepri all'interno del Parco Saline di Punta della Contessa,
dopo solo 12 ore dall'inizio delle operazioni.
L’istituzione del Parco “Saline di Punta della Contessa” in una
zona delimitata da barriere naturali e non – si legge in un Comunicato Stampa diffuso dall'Atc di Brindisi BR/A - "ha di fatto fatto
impedito alle lepri in esso presenti
di irradiarsi nel territorio circostante”, cosa che ha causato un
sovrappopolamento di questa specie “creando così
ingenti danni alle colture agricole fino a distruggere completamente alcune tipologie colturali, presenti nel Parco, e creando di fatto una emergenza lepri”.
Un' emergenza che – sottolineano i rappresentanti dell'Atc - “è
presente solo nel suddetto Parco e non sul territorio destinato alla caccia programmata della Provincia di Brindisi, dove
l’attività venatoria svolge un ruolo regolatore della giusta densità delle lepri”.
Il progetto di ripopolamento avviato dall'Atc BR/A è stato
avviato su sollecitazione degli agricoltori ed è volta soprattutto al ripristino di una densità accettabile di lepri all'interno del Parco.
“Tale progetto – leggiamo nel Comunicato - consiste nella
cattura e successivo trasferimento delle lepri nella Zona di Ripopolamento e Cattura “Masseria Angeli”, zona interdetta all’attività venatoria, è stato redatto in maniera accurata, avendo particolare riguardo alla tutela delle lepri”. L'Atc di Brindisi assicura che
sono state rispettate tutte le disposizioni legislative in materia, che le operazioni hanno trovato il
parere favorevole dell'ISPRA e che il tutto è stato approvato dal Comune di Brindisi, Ente gestore del Parco e dalla Provincia di Brindisi, Ente gestore della Z.R.C.. Inoltre il progetto ha coinvolto rappresentanti del mondo venatorio, ambientalista e agricolo.
“Il rammarico – conclude l'Atc - non è quello di vedere vanificato l’impegno economico e lo sforzo organizzativo profuso, bensì quello che
con il ricorso al TAR, così come con l’istituzione del Parco
si è tenuto conto degli interessi di una sola categoria, non tenendo conto delle esigenze degli agricoltori”.