La scorsa settimana il
Tar Friuli Venezia Giulia ha accolto l'istanza cautelare richiesta dalla
LAC, sospendendo l'efficacia degli atti di indirizzo per la gestione faunistica e venatoria per la stagione 2015/2016.
Tale pronuncia trova riferimento nella mancata adozione ed approvazione dei Piani Venatori Distrettuali da parte dei Distretti Venatori. Tali strumenti di pianificazione avrebbero dovuto essere realizzati entro 90 giorni dall’approvazione del PFR previa individuazione da parte della Giunta dei criteri di predisposizione dei medesimi (art.13 comma 1 L.R. 6/08).
L’inerzia sul punto dell’organo di Governo regionale ed in particolare dell’Assessorato di riferimento, che ha rilevante responsabilità per quanto accaduto, ha determinato l’attuale situazione d’incertezza sulla prosecuzione della caccia, fatto unico nella storia regionale.
Federcaccia a giugno era già intervenuta in soccorso della Regione con un intervento ab adiuvandum, su di un identico ricorso promosso sempre dalle associazioni animaliste ed in tale occasione l’esito ed il giudizio del TAR erano stati favorevoli.
Ciò nonostante la
Giunta regionale ha approvato una
VAS ed un
PFR costellati d’illegittimità, violazioni di legge ed incongruità a discapito del mondo venatorio che hanno determinato ulteriori ricorsi e sicuramente ulteriori incertezze e problemi.
Si ritiene che nella motivazione della sentenza di allora vi siano le ragioni per non interrompere oggi l’attività venatoria che in base alla legge regionale n.24/96 è normativamente consentita fino al 31 gennaio.
I
piani di prelievo delle singole riserve, inoltre, sono stati approvati dalla Regione, sono definitivi e non posti in discussione da alcun provvedimento giudiziario.
La caccia da tempo non è più un mero esercizio di prelievo ma un’attività di regolazione e gestione faunistica in assenza della quale fenomeni come quelli della proliferazione ed aggressività dei cinghiali o di desertificazione delle campagna da parte di corvi cornacchie e gazze diventeranno endemici e di allarme sociale.
Federcaccia non può che sperare in un sussulto di
efficienza e
responsabilit�da parte della Giunta ricordando che i cacciatori hanno contribuito con quasi tre milioni di euro fra tasse di concessione governativa e regionale e che pretendono di poter esercitare quell’attività che la legge consente e riconosce come diritto (
Fonte Federcaccia).