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Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina


martedì 22 dicembre 2015
    

Igles Corelli Filiera selvaticaDa pochi giorni la Provincia di Pistoia dispone dei primi quattro centri di raccolta per ungulati, dal 1° gennaio completamente funzionanti, due situati in montagna e due in pianura, ai margini est e ovest della provincia. Da pochi giorni dispone anche di più di venti cacciatori abilitati a trattare la carne di selvaggina (“Cacciatore formato in materia di igiene e sanità”). E' il primo risultato di un percorso curato da un team della D.R.E.Am-Italia, guidato da Lilia Orlandi, per conto della Provincia e dell'ATC di Pistoia.

Un progetto complesso che attraverso varie fasi è approdato a una sintesi celebrata nel prestigioso contesto di Villa Rospigliosi di Spicchio (Lamporecchio, PT) dove insieme alle autorità locali e regionali ha fatto gli onori di casa Igles Corelli (IGLES, L'innovatore nella tradizione), che da qualche mese ha collocato il suo ristorante Atman proprio lì, in quella magnifica villa progettata dal Bernini su incarico di Papa Clemente IX.

Nel dettaglio, Filiera Selvatica, così si chiama il progetto di filiera, individua il percorso virtuoso per il trattamento e la commercializzazione della fauna selvatica abbattuta in occasione di piani di contenimento finalizzati alla prevenzione dei danni all’agricoltura, in provincia di Pistoia. L’Ambito Territoriale di Caccia di Pistoia è l’Ente che, su finanziamento della Provincia di Pistoia ha concretizzato tutta una serie di azioni che affrontano sia la parte relativa agli investimenti strutturali (Centri di Sosta), la revisione dei protocolli di gestione, la valorizzazione del prodotto carni di selvaggina per il massimo apprezzamento delle sue qualità e proprietà organolettiche da parte del consumatore.

La Regione Toscana è la regione d’Italia a più elevata presenza di fauna selvatica ungulata, ovvero cinghiali, caprioli, cervi, daini e mufloni. Ogni anno vengono abbattuti non meno di 100.000 capi ed il cinghiale rappresenta la specie più rappresentativa nei carnieri.
“La fauna selvatica ungulata, se gestita attraverso una razionale pianificazione faunistico-venatoria, è una risorsa rinnovabile che può essere sfruttata per rilanciare o incrementare l'economia di alcuni territori, in particolare quelli rurali e montani” - spiega Lilia Orlandi, ideatrice e Resposabile di Filiera Selvatica - “Il potenziamento di una filiera a scopi alimentari, tramite l’applicazione di buone pratiche igienico-sanitarie, la diffusione della conoscenza delle qualità del prodotto, insieme al coinvolgimento di diversi portatori di interesse, ne permetterebbe il maggior sfruttamento in chiave di valorizzazione del territorio, con ricadute di indubbio valore economico”.

Uno slancio importante al Progetto è stato dato dalla creazione di una rete di rapporti lungo la filiera in grado di veicolare le carni dalla produzione primaria (cacciatore) ad un Centro Lavorazione Carni riconosciuto dalle normative comunitarie per la certificazione del prodotto, per la successiva distribuzione ed utilizzo da parte delle strutture recettive (ristoranti, agriturismi etc.) presenti sul territorio, per una fruizione da parte del consumatore finale. Fondamentale in questo contesto la partecipazione al Progetto del Centro di Lavorazione Carni di selvaggina di Castel di Casio (BO), delle associazioni Terranostra, Associazione Alberghiera Montecatini, Confcommercio, Slowfood delle condotte della Valdinievole, Pistoia e Montagna Pistoiese.
L'hanno ben spiegato Aldo Zivieri (Macelleria Zivieri di Monzuno) e Stefano Pardini, Veterinario del Dipartimento della Prevenzione Asl3 di Pistoia.

Discreta sintonia anche da parte di Giampiero Sammuri, presidente nazionale di Federparchi, che tuttavia ha voluto evidenziare la contraddizione fra la necessità di ridurre le popolazioni di ungulati (ricordata dall'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi, che ha prospettato l'approvazione definitiva dell'apposita legge obiettivo entro la fine di gennaio) e l'interesse dei cacciatori a mantenerne alte le densità. Dimenticando forse di dire, che tali densità derivano anche e soprattutto dalle ampie sacche di rifugio per gli ungulati all'interno dei parchi e delle aree protette.

Filiera selvatica piatto CorelliNel corso della conferenza, il magico Corelli ha intrattenuto i presenti con una serie di coocking show. Interessante la trasformazione in deliziosi popcorn di un preparato liofilizzato a base di pelle di cinghiale. E così ha ricordato che all'ombra delle sue esperienze di alta cucina, la cacciagione è un prodotto sublime, sano, buono e dietetico. Il budino di fegato di cinghiale - ha detto - cuoce in 15 minuti, è buono, contiene ferro e fa bene al cervello. E con la giusta cottura, il capriolo diventa tenero tonno, delicato e... gustoso assai. Un'opportunità per utilizzare in modo sostenibile una risorsa rinnovabile come la selvaggina, che va colta partendo dalla formazione del cacciatore, da un consumatore consapevole e da chi prepara la carne di selvaggina ai propri ospiti: ristoranti o agriturismi. Un'opportunità per tutto il territorio.

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7 commenti finora...

Re:Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina

Mustang da come scrivi mi sembri un cinghialaio...se è così ti considero il principale responsabile di tutto questo!! Avete avuto il privilegio di cacciare nelle vs riservette private per 40 anni!! Avete avuto la faccia tosta di scacciare tutti gli altri cacciatori dalle "vostre" zone. Ora la pacchia è finita.

da Game over 22/12/2015 21.02

Re:Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina

Se a questo aggiungete che gli agricoltori potranno sparare sui loro terreni anche in presenza di danno "potenziale", cioè appena un animale mette fuori la testa , che per questo faranno governe occulte attraverso semine mirate, che faranno venire la gente a sparare a pagamento e dopo chiederanno anche i danni! ...capite che siamo di fronte alla totale privatizzazione della caccia e senza assumersene gli oneri. ...troppo forti...siete troppo forti...

da mustang 22/12/2015 12.02

Re:Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina

Mi associo a mustang ma anche a avantitutta. Questo io ritengo che sia stato un primo passo verso l'biettivo comune. La bischerata della legge obiettivo,è stato un tentativo improvvido di chi vorrebbe stravolgere realtà e tradizioni nostrane. Colpa però nostra se non siamo riusciti a proporre qualcosa di meglio. per cui, auspico che sulla questione ci sia possibilità di recupero, anche perchè mi risulta che dopo le susseguite bischerate (ultima laa presentazione del regolamento e dell'adeguamento dell legge regionale alle nuove realtà amministrative [abolizione delle funzioni delle province]), qualcuno riesca a capire che la strada intrapresa va contro la ragione. Ma, ricordiamoci, quando ci troviamo di fronte a qualcosa che non ci piace, la prima domanda che ci dobbiamo fare è: dove ho sbagliato? E qui, cari miei, di sbagli ne abbiamo fatti negli ultimi trenta-quarantanni. L'egemonia cinghialaia va riportata sotto una più ordinata gestione, come il controllo della selvaggina in esubero. E, grave peccato, la caccia alla migratoria non possiamo considerarla come la solita cenerentola.Colpa nostra, ovvio, ma dobbiamo recuperare. Oggi, che volere o volare hanno bisogno di noi, sta a noi ricontrattare anche il recupero delle cacce tradizionali alla migratoria, Oggi purtroppo perse o in via di perdita.

da coelebs 22/12/2015 11.58

Re:Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina

...eccone un altro che urla.... Le cose stanno cosi...la politica ha deciso che la carne degli animali deve diventare il più possibile degli agricoltori. Questo verrà fatto tramite la nuova legge regionale che aumenterà a dismisura le zone non vocate dove si potranno fare interventi di controllo a dismisura e la carni derivanti andranno obbligatoriamente in filiera e da qui agli agriturismi di terranostra/coldiretti a costo zero o quasi. Complimenti ai superassistiti agricoltori che continuano a far pagare noi e a prendere soldi e ora anche carne , loro. Spero che i geni che hanno impostato questa follia sappiano quello che fanno perché nelle zone dove le squadre saranno espulse dal territorio perché non vocato , prevedo una estate molto calda. La valorizzazione delle carni e' un giusto obiettivo ma doveva passare dalla caccia ordinaria e facendo vedere direttamente dal cacciatore , come in tutto il mondo civile , alla luce del sole.

da mustang 22/12/2015 11.44

Re:Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina

SECONDO ME L'OCCASIONE E' GHIOTTA E VA A VANTAGGIO ANCHE DI CHI NON VUOLE CAPIRE. IL PROGETTO E' UNA STRADA GIUSTA PER RISOLLEVARE LE SORTI DELLA CACCIA A LIVELLO DI IMMAGINE NEI CONFRONTI DELL'OPINIONE PUBBLICA. SE NON RECUPERIAMO SU QUESTO FRONTE, TUTTO IL RESTO E' ARIA FRITTA. CHE SERVE SOLO AI CONTESTATORI DI CHI - FACENDO SQUADRA - PERSEGUE QUESTI OBIETTIVI, ANCHE A LIVELLO NAZIONALE. GRANDE MERITO A PISTOIA, CHE MALGRADO TUTTO, PERSEGUE CON DETERMINAZIONE L'OBIETTIVO. SE RIUSCIRANNO A COARDINARSI INSIEME AD ALTRI TERRITORI, I RISULTATI SARANNO GRANDIOSI. SE POI COLDIRETTI NE APPROFITTA, COMPLIMENTI A CHI HA DECISO, E DEMERITO A CHI NON E' RIUSCITO A COSTITUIRE UNA VALIDA ALTERNATIVA. CON LE CHIACCHIERE SI OTTENGONO CONSENSI CHE DURANO LO SPAZIO DI UN MATTINO. CON L'AGGRAVANTE CHE I SOLITI GONZI CI CASCANO SEMPRE. AVANTI COSÌ.

da AVANTITUTTA 22/12/2015 11.10

Re:Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina

...cioè Coldiretti..

da mustang 22/12/2015 10.57

Re:Pistoia: avanguardia toscana nella filiera di selvaggina

Quanti soldi dei cacciatori buttati via... e come sempre a Pistoia a vantaggio dei soliti noti.

da pasquino 22/12/2015 10.52