In una intervista odierna a La Repubblica, che a proposito dell'emergenza polveri sottili lo incalzava sulle sue competenze e sui suoi poteri decisionali (domanda: Se sono misure importanti, perché il governo non ha fatto un decreto legge per renderle obbligatorie?), il Ministro Galletti ha risposto testualmente:
“Non vedo quest'urgenza. Spetta ai comuni prendere provvedimenti come quelli del protocollo, il mio ministero non può imporre niente. La riunione del 30 dicembre aveva solo l'obiettivo di coordinare gli interventi, ed era la prima volta in Italia che governatori e sindaci si sedevano a un tavolo per parlare di ambiente. Se qualcuno pensava che avessimo la bacchetta magica, si è sbagliato”.
Evidentemente, quando dice che il suo ministero non può imporre niente, il Ministro Galletti denuncia profondi vuoti di memoria, se non ricorda che, in questi ultimi tempi, in fatto di caccia ha proposto, (imposto) e ottenuto più di una disposizione ostativa (anche per urgenze; vedi provvedimenti sulle deroghe, contestati anche pubblicamente dagli europarlamentari Briano, De Castro, Sassoli, Zoffoli), giustificata dal pericolo di enormi sanzioni che potevano essere comminate al nostro paese.
Al proposito, soprattutto per le ragioni economiche che secondo Galletti lo avevano spinto ai provvedimenti d'urgenza, sarebbe il caso che il ministro facesse chiarezza sulle “priorità” di tipo economico per le quali è sotto schiaffo da parte della Commissione UE. Insomma, quanto dobbiamo pagare di sanzioni per non aver rispettato direttive comunitarie in materia ambientale? Quanto per la caccia? Quanto per altre più sostanziose questioni? Qualcuno ce lo faccia sapere.