Simona Caselli, assessore regionale Emilia-Romagna all’agricoltura, caccia e pesca, in risposta al presidente della Coldiretti Emilia-Romagna Mauro Tonello, ha precisato che è in lavorazione il Piano regionale per il contenimento delle nutrie sul territorio emiliano-romagnolo, lo strumento introdotto dal Collegato ambientale alla legge di Stabilità, grazie al quale sarà possibile operare in modo organico e omogeneo, ovviando alle inevitabili difficoltà operative riscontrate specialmente dai piccoli Comuni.
Prima di arrivare all'adozione del Piano però, ha chiarito Caselli, occorre rispettare alcuni passaggi, in particolare va acquisito il parere Ispra e va effettuata la valutazione d’incidenza con l’esame delle misure specifiche di conservazione nei SIC e nelle ZPS”.
Fino alla pubblicazione del Collegato ambientale e all'adozione del Piano regionale, rimangono in vigore in Emilia-Romagna, senza dunque vuoto normativo, i Piani comunali che sono stati redatti in base alle linee guida regionali approvate dall’Ispra. In base a tali Piani, possono attuare il contenimento dei roditori le guardie provinciali, gli operatori muniti dalle province di specifica abilitazione e gli agricoltori con licenza di caccia sul proprio fondo. Con la legge nazionale dell'agosto 2014, le nutrie, prima comprese tra la fauna selvatica, sono state classificate tra le specie infestanti al pari di topi e ratti e le competenze in materia sono passate ai Comuni.