“Il governo italiano non ha impugnato la normativa regionale veneta sui capanni di caccia: la legge approvata nello scorso novembre ora non è più in discussione”. I primi tre firmatari della legge che regola gli “Appostamenti precari ad uso venatorio”, appunto i capanni di caccia, il presidente della terza Commissione consiliare Sergio Berlato, il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti e l’assessore Giuseppe Pan - in una nota congiunta apparsa sulla pagina facebook di Berlato - hanno manifestato la loro soddisfazione “perché la mancata impugnazione da parte del governo dimostra che eravamo nel giusto e che, contrariamente a quanto sostenuto dalle opposizioni, la nostra norma andava a sanare una situazione insostenibile e paradossale, vista la quantità e qualità della documentazione che era richiesta per un appostamento di caccia, considerato alla stregua di un edificio. Grazie alla nostra legge, non solo l’iter procedurale è stato esemplificato per i cacciatori, ma anche gli uffici tecnici comunali sono stati sgravati da carichi di lavoro impropri. C’è stato un risparmio vero per i Comuni e non si tartassano cittadini che già pagano non pochi oneri per praticare la loro passione venatoria”.
“C’era un errore di fondo a cui abbiamo posto rimedio – proseguono Berlato, Ciambetti e Pan – senza trovare opposizione da parte del governo, perché in origine, cosa abnorme, l’appostamento precario per la caccia era stato fatto rientrare nelle norme di natura urbanistico-edilizia, quando, in maniera molto più adeguata e logica, la questione deve essere affrontata nella normativa venatoria. La nostra legge non apre nessuna scorciatoia, non consente la realizzazione di opere in contrasto con la natura e l’ambiente, il che sarebbe illogico e controproducente per lo stesso cacciatore. Ora possiamo continuare ad affinare e migliorare le norme visto che la legislazione nazionale ce lo consente: in altre parole, la legge sui capanni è solo un primo passo”.