Dopo il primo anno di sperimentazione, con una lettera aperta all'assessore Fava, il CUPAV (raggruppamento delle associazioni venatorie di Bergamo) critica la soluzione del tesserino regionale sperimentale a lettura ottica, che comporta problemi di funzionalità, economicità, semplicità.
Per la funzionalit�- osservano - balza all’occhio il formato stesso del tesserino, 11,5x16 cm, con uno spessore di 10 mm. Formato che non consente la riposizione in nessuna tasca di indumenti classici usati nell’attività venatoria, se non nella tasca posteriore adibita alla custodia della selvaggina (carniere), che comunque comporta inevitabili imbrattature, oltre al rischio di facile smarrimento. Il tipo di carta usato, che come da raccomandazioni evidenziate nelle istruzioni stesse, è troppo sensibile all’umidità e costituisce sicuramente un problema non di poco conto, visto il contesto in cui viene usato; come, per altro, non è facile reperire custodie impermeabili per tale formato. Inoltre tale tipo di carta alla fine della stagione venatoria, e quindi del conseguente utilizzo del tesserino nelle più svariate condizioni, sarà talmente deteriorato da non consentire poi la, conseguente, lettura ottica. Il tesserino non può riportare in maniera prestampata le generalità del titolare, che verrebbero stampate su supporti autoadesivi, di seguito spediti ai titolari stessi, che dovrebbero provvedere all’applicazione nell’apposito spazio, con conseguenti rischi di errori e/o smarrimenti.
Per l'economicità, oltre ai costi diretti - rilevano - sicuramente molto più elevati di quello attualmente in dotazione, che riteniamo non indifferenti per la progettazione, la stampa e la confezione di questo manufatto, ben più rilevanti, appaiono a nostro avviso i costi indiretti che l’amministrazione pubblica dovrebbe sostenere.
Possiamo tentare di ordinare in almeno 4 capitoli di spesa questi costi indiretti:
1. costo del software per l’elaborazione dati ottenuti dalla lettura ottica.
2. costo per stampa su supporto adesivo dei dati del titolare, relativa spedizione e costi spedizione del tesserino stesso di gr. 158.
3. costo per l’adattamento dei tesserini (una volta riconsegnati a stagione terminata), per consentire la lettura ottica. Questa operazione all’apparenza insignificante, consiste nello scomporre il tesserino in fogli singoli per essere inseriti nel lettore ottico. Per poter scomporre un libretto di tale fogliazione, confezionato in brossura filo refe, interviene la necessità di essere dotati di tagliacarte elettrico, quindi presuppone l’acquisto da parte di ogni amministrazione locale di tale attrezzatura, nonché la formazione e l’istruzione di personale, ammesso che possa essere adibito a tale mansione. Non pare percorribile anche l’affidamento di tale operazione a aziende private esterne, in quanto oltre ai costi che potrebbero davvero diventare insostenibili, sarebbe troppo alto il rischio di smarrimenti e/o di eventuali mescolanze, che di fatto potrebbero inficiare tutta l’operazione.
Quanto a confezione e stoccaggio - dicono al CUPAV - attualmente, gli uffici preposti archiviano tali documenti e li conservano per 10 anni, in maniera che possano essere consultati ogni qual volta le autorità competenti lo richiedano. Ad esempio, l’amministrazione provinciale di Bergamo, attualmente, conserva in una cinquantina di scatole per ogni annata tali documenti, pari a circa 300Kg con un ingombro di quasi 6 metri cubi. Volendosi avventurare in una stima approssimativa, sempre prendendo ad esempio Bergamo, che conta complessivamente 12.000 cacciatori, e considerando che il tesserino sperimentale misura, come già indicato, cm. 11,5x16 con uno spessore di 10 mm e un peso pari a 158 gr. si può facilmente dedurre che il peso complessivo di quanto si dovrà archiviare annualmente sarà pari a 1896 Kg più scatole e/o box per consultazioni, con un ingombro stimato in circa 30 metri cubi. Ragione per cui con il proseguimento, già di un paio di annate, si dovrà disporre di locali adatti allo stoccaggio permanente di tali quantità di materiale cartaceo, con relativi impianti che soddisfino i requisiti richiesti dalle vigenti normative europee antincendio e di buona conservazione di documenti.
Quanto alla semplicità, poi, non è una qualità, né una prerogativa che si può attribuire a questo “nuovo” dispositivo. Partendo dalla difficoltà oggettiva di centrare uno spazio di pochi millimetri con un punto, che non deve essere troppo piccolo e allo stesso tempo non deve sbordare assolutamente da tale micro-superfice, nelle condizioni e nel contesto in cui viene svolta l’attività venatoria - affermano - è un’operazione che risulta difficile anche a persone particolarmente giovani e dotate di buona vista, figuriamoci a quella, più del 30% (ahinoi!!!!), di soggetti ultrasessantenni.
Per complicare ulteriormente la compilazione del tesserino, come se non bastasse, vengono richieste una serie di compilazioni, non contemplate nelle normative vigenti in materia, né a livello regionale, né nazionale né tanto meno a livello di normative europee. Ci riferiamo in primis all’opzione della forma di caccia da appostamento fisso, che ha subito una inconcepibile tripartizione in appostamento agli acquatici, turdidi e allodole. Definiamo ”inconcepibile” questa ulteriore complicazione, in quanto nessuna legge e/o regolamento implica il divieto di effettuare il prelievo anche contemporaneamente delle tre suddette specie di avifauna, in un appostamento fisso.
Altra incongruenza viene riscontrata, rispetto agli spazi relativi gli abbattimenti giornalieri dei capi di selvaggina migratoria, che, come è noto, salvo gli acquatici, e qualche altra eccezione, sono in numero di trenta. In pratica, come è stato riscontrato con il tesserino sperimentale, se ad esempio vengono abbattuti 30 tordi, il cacciatore dovrà eseguire 30 marcature nelle apposite caselle. Ben più semplice sarebbe riportare nelle caselle da contrassegnare il numero stesso es. 1-2-3-4-5 ecc. fino a 30, per cui avendo una sola marcatura, la compilazione e di conseguenza la lettura ottica, risulterebbe sicuramente più precisa ed affidabile.
L'obiettivo che si vuol raggiungere con l’adozione di tale dispositivo - concludono al CUPAV - rimane un mistero per un qualsiasi normale cittadino-cacciatore contribuente. Questo, e cioè l’obiettivo, dovrebbero rivelarcelo gli zelanti dirigenti della regione, che hanno studiato, progettato ed eseguito questi quanto costosi (non si sa ma chiederemo accesso agli atti per verificarlo) prototipi. Pertanto, oltre ad esprimere un giudizio fortemente critico circa l’operato di questa giunta in materia venatoria, nel caso di specie, riguardante il tesserino sperimentale, esprimiamo il fermo e totale rifiuto di adottare tale strumento di controllo, che risulterebbe ulteriormente inutile, costoso, vessatorio. |