Con un tono chiaramente ironico, le associazioni venatorie calabresi (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, ArciCaccia, ANUU, Italcaccia ed EPS) “ringraziano” “il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti per aver, con motivazioni superficiali ed ampiamente smentite da risultati scientifici prodotti dalle singole Regioni e dalla Calabria in particolare, riadottato provvedimenti autoritari e vessatori mirati ad imporre la chiusura anticipata della stagione venatoria ad alcune specie quali il tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia.
“Ringraziano” la Giunta della Regione Calabria che, nonostante disponga di un quinquennio di dati scientificamente validi sull’inizio della migrazione prenuziale del tordo bottaccio e che hanno permesso in questi anni all’Ente di fissare legittimamente alla data del 31 gennaio la chiusura della stagione di caccia per tale specie, per il secondo anno consecutivo, ha supinamente aderito all’assurdo diktat del Governo Renzi anticipando con propria delibera la chiusura della caccia per tale specie.
“Ringraziano”, infatti, la Giunta Regionale della Calabria che, pur avendo avviato una compiuta difesa delle proprie decisioni presso le Sedi governative, ha poi voluto differenziarsi da altre Amministrazioni Regionali che hanno agito in coerenza alle proprie legittime determinazioni, impugnando il provvedimento della Presidenza del Consiglio o semplicemente lasciando alla stessa l’attuazione dei poteri sostitutivi. Coerenza che ha premiato la Regione Liguria con la sospensiva del provvedimento governativo per il proprio calendario venatorio sancita dal TAR.
“E si che per celerità ed efficienza l’Ente ha sinora brillato in negativo - scrivono. - Basti solo pensare che ci son voluti ben dodici mesi (al netto dei tempi di insediamento) perché venissero nominate le cinque Commissioni per gli esami di abilitazione all’esercizio venatorio mortificando e calpestando le legittime aspettative sia dei candidati che degli operatori economici dei settori interessati e che le risorse versate dai cacciatori, queste incamerate con grande diligenza, giacciono inutilizzate a danno della gestione faunistico-ambientale dell’intero territorio”.
“Queste Associazioni Venatorie - concludono - sulla scorta degli atti governativi di inammissibile impronta autoritaria, invitano i cittadini cacciatori ad una seria ed attenta riflessione sugli effetti di accentramento di poteri correlati alle riforme costituzionali appena varate e sui quali saremo chiamati ad esprimerci nel previsto referendum popolare. Comunicano altresì il proseguimento di tutte le azioni già intraprese nei confronti della Regione Calabria ivi compreso il contenzioso amministrativo instaurato lo scorso anno presso il TAR Calabria avverso la delibera di anticipazione della stagione di caccia al tordo bottaccio”.