“Egregio Presidente, Egregio Assessore, Presidenti delle Commissioni Agricoltura e Ambiente, siamo molto preoccupati per l’assenza di normative regionali che diano certezze di diritti e di doveri ai cittadini”. Inizia così la lettera aperta di Arci Caccia Lazio alla Regione che denuncia il persistente immobilismo dell'istituzione nell'adeguare la legislazione del settore a seguito del trasferimento delle funzioni provinciali.
Nulla si è mosso nonostante la disponibilità dichiarata dall'Assessore Hausmann nell'ultima riunione del Comitato faunistico venatorio. Tra le problematiche più impellenti c'è quella del controllo faunistico delle specie dannose, bloccato anche dall'incertezza generata sul ruolo delle polizie provinciali dopo la riforma della legislazione nazionale.
A ciò si aggiungono, dice Arci Caccia Lazio, “nuovi pesanti oneri che derivano da una mancanza di gestione degli organi competenti”, ad esempio la “chiusura di procedimenti avviati dai disciolti Uffici Provinciali; atti di spesa di fondi connessi alla materia fauna, tra i quali taluni erogati alle Provincie dalla stessa Regione; funzionamento e composizione delle Commissioni di esame – sia per l’esercizio venatorio, sia per il titolo di Guardia Volontaria venatoria; attività di controllo di Aziende Venatorie e degli Atc.; certezza dimensioni su stato giuridico competenza e funzioni delegati e tempestività dei fondi previsti agli Atc” e poi, “a chi pagheremo le tasse provinciali, chi consegnerà i tesserini venatori di controllo?”, chiede l'associazione. C’è poi il tema della ricerca scientifica, dei calendari venatori della dismessa degli ambiti e quant’altro.
Arci Caccia chiede la convocazione di un tavolo di lavoro di lavoro che dia risposte concrete e condivise.