Con un comunicato congiunto, Federcaccia e Arcicaccia, che nelle scorse settimane hanno aderito al Comitato Referendario per il SI, ribadiscono la loro posizione sul cosiddetto Referendum antitrivelle che si terrà domenica prossima 17 aprile.
Le due associazioni “rinnovano l'invito a tutti i cittadini e ai cittadini cacciatori in particolare, di recarsi a votare per esprimere la propria opinione, con il profondo convincimento culturale che il risultato andrà al di là del valore di merito del quesito referendario”.
“Riteniamo - scrivono - che il voto potrà costituire una spinta per un ulteriore passo avanti verso il superamento dei combustibili fossili per andare sempre più verso la diffusione dell'impiego di energie rinnovabili, supportate da politiche più attente all'impegno di pratiche maggiormente efficaci in campo energetico a vantaggio della tutela e valorizzazione dell'ambiente, del territorio e della fauna”.
“Occorre lavorare - affermano - per un nuovo modello energetico e ambientale che veda praticare scelte ove Istituzioni e cittadini, organizzate anche nella più ampia rappresentanza dell'associazionismo, si ritrovino tutti partecipi del cambiamento.
L'auspicio - concludono - è che il voto possa comunque sollecitare il legislatore a concludere il percorso risolutivo avviato dal Parlamento per dare risposte con norme condivise anche al quesito rimasto all'attenzione del referendum del 17 aprile”.
In questi ultimi giorni, si sono susseguiti frenetici appelli per il si o per il no alle trivelle, ma anche gli inviti a disertare la consultazione, fatti propri - questi ultimi - addirittura dal Presidente del Consiglio Renzi e dal Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.
Per dovere d'informazione, riportiamo gli articoli della Costituzione che contemplano il diritto al voto e regolamentano questo importante istituto di democrazia, che prevede legittimamente sia la partecipazione sia - con effetto altrettanto determinante - l'astensione dal voto.
Giova anche ricordare che l'astensione ha almeno due importanti riferimenti nella storia repubblicana. Quello perso dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi, che invitò (con Bossi) ad “andare al mare” in occasione del referendum del 1991 (legge elettorale; preferenze plurime nelle elezioni per la Camera dei deputati); ma soprattutto quello sulla caccia del 1990, vinto - grazie all'astensione - dalla coalizione di gran parte dei cacciatori (Unavi) alleati con parte del mondo agricolo.
Art 48 della Costituzione Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
Art 75 della Costituzione È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum. |