Nelle ultime settimane in Francia è stato sventato l'ennesimo tentativo da parte dei Verdi di modificare le leggi sulla caccia. Lo si apprende da una nota della Federazione Nazionale Cacciatori che riferisce di una eccezionale mobilitazione bipartisan sui banchi dell'Assemblea nazionale (l'equivalente della nostra Camera dei deputati). Difeso, dice la FNC, “un senso di ecologia che rispetta chiaramente coloro che agiscono quotidianamente per il mantenimento della biodiversità”, ovvero i cacciatori.
Con determinazione, infatti, il numeroso gruppo parlamentare composto da rappresentanti dei principali gruppi politici (Groupe chasse de l’Assemblée nationale) ha respinto tutti gli emendamenti e gli articoli anti- caccia presentati dal verde Laurence Bee e il dal relatore Genevieve Gaillard.
Diversi gli argomenti messi in discussione: a cominciare dal tasso di territorio aperto alla caccia, fino al mantenimento dell'ufficio nazionale sulla caccia, ovvero l'ONCFS, l'Agenzia francese per la biodiversità. Secondo la Federazione dei Cacciatori francesi i parlamentari apprezzano l'approccio moderno e ambizioso della caccia nella difesa della biodiversità. Un esempio è la mobilitazione del mondo venatorio francese contro i neonicotinoidi che minacciano le api e la fauna selvatica.
In occasione di questo dibattimento la FNC non si è impegnata solo a combattere gli emendamenti anticaccia ma ha promosso politiche per il mantenimento della biodiversità, invitando per esempio a rivedere la legge del 1976 sulla protezione della natura, ancora ancorata a vecchi divieti e non ad un uso sostenibile delle risorse. Oggi, dice la FNC, bisogna aggiornarsi alle nuove minacce e raccogliere tutti gli attori rurali ad investire nel loro ruolo di utenti e difensori della biodiversità.