A soli tre giorni dal ricevimento del parere Ispra, la Regione Emilia Romagna ha approvato una delibera che rende operativo il piano quinquennale per l'abbattimento delle nutrie sul proprio territorio.
A renderlo noto è un comunicato di Coldiretti, che accoglie con soddisfazione la novità. “Finalmente riparte in Emilia Romagna la lotta alle nutrie, animali che la stessa Unione Europea definisce tra le specie aliene più pericolose a livello mondiale, auspicandone l’eradicazione totale in Europa dove non ha antagonisti naturali”, si legge nel comunicato.
I provvedimenti previsti dalla delibera consentono finalmente agli agricoltori di difendere le loro produzioni (si parla della Regione in cima per numero di prodotti a denominazione d'origine). Mentre è prevista la sola cattura nei Parchi, da parte di personale specializzato, si agisce con tutti i mezzi a disposizione in tutte le altre zone, comprese le aree contigue dei parchi stessi. Le nutrie qui potranno quindi essere catturate tramite gabbie/trappole o anche abbattute con armi da caccia da guardie forestali, guardie comunali, cacciatori, personale abilitato e anche produttori agricoli (con regolare licenza di caccia in caso di uso del fucile). La delibera ha anche semplificato il sistema di smaltimento delle carcasse.
“Quella delle nutrie – rileva Coldiretti – è una vera e proprio emergenza in quanto si tratta di animali ormai diffusi per più di due terzi (71%) del territorio regionale, fino a raggiungere in tutta l’Emilia Romagna, secondo le stime Coldiretti, il rapporto di una nutria ogni cinque abitanti, con danni all’agricoltura che nel 2014 (ultimo anno rilevato) ha raggiunto i 173 mila euro. Dopo che la nutria è stata inserita tra le specie nocive, al pari dei topi e dei ratti - ricorda Coldiretti Emilia Romagna - c’è stato un periodo di stasi nelle attività di contenimento che erano passati in capo ai Comuni, privi di risorse adeguate. Il ritorno alla Regione degli interventi per combattere questo dannosissimo animale – afferma Coldiretti – consente di puntare all’obiettivo finale che è, come prevede la delibera, la totale eliminazione di un animale che mette a rischio la biodiversità regionale perché distrugge piante di palude, come le ninfee, altera l’ecosistema, mettendo in forse la sopravvivenza di animali come il falco di palude e il tarabuso, distrugge nidi e mangia uova di volatili come la Gallinella d’acqua, il Germano reale e soprattutto il Mignattino Piombato la cui popolazione italiana è concentrata in Emilia Romagna. Oltre al danno ambientale – ricorda Coldiretti – la delibera regionale sottolinea i danni che le nutrie fanno alle produzioni agricole e agli argini di fiumi e canali, con il rischio di esondazioni che possono trasformarsi in rischio anche mortale per le persone".