E' di pochi giorni fa l'annuncio, confermato dall'Ispra, del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano: sull'isola di Pianosa è ancora presente un ceppo di lepre comune europea (Lepus europaeus meridiei Hilzheimer), la cui purezza era ormai considerata perduta. La scoperta, ottenuta nell'ambito di un progetto LIFE, finanziato dall'UE, ora "terrà impegnati ricercatori, tecnici e volontari esperti, nel monitoraggio e nella tutela di una entità unica e di inestimabile valore. Una perla di biodiversità", dice il Parco.
La lepre blu di Pianosa, dal colore leggermente ceruleo nella parte posteriore, secondo quanto annunciato dal Parco, conserva infatti i geni intatti della lepre europea. La conservata integrità genetica di questa popolazione si deve con ogni probabilità all’introduzione di esemplari tra il 1840 e il 1850. Pianosa, come tutti sanno, è stata una colonia penale per quasi due secoli, il che ha favorito l'isolamento e la conservazione della specie.
La notizia è di sicuro in vanto anche per il mondo venatorio. Nel progetto Life, che coinvolge diversi Parchi su tutto il territorio italiano, sono stati coinvolti anche i cacciatori, come riferisce il sito La Dea della caccia. E' proprio grazie ai volontari degli ATC Bologna2 (in maggioranza imolesi), Livorno, Grosseto, Pistoia, Firenze-Prato, Lucca, Pisa e Chietino-Lancianese, alla loro esperienza e a quella dei loro cani da seguita, che sono stati possibili le catture delle lepri. Dopo una prima cattura sperimentale realizzata nel dicembre scorso, le operazioni sono proseguite nel febbraio di quest’anno. Analizzando gli esemplari catturati i ricercatori dell’ISPRA si sono accorti di alcune peculiari caratteristiche morfologiche che hanno suggerito un approfondito esame genetico.
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