A seguito dell'anticipazione di Coldiretti, arriva la nota ufficiale della Regione Emilia Romagna sul piano di controllo delle nutrie. E' “il primo in Italia” dice l'amministrazione regionale “dopo l’entrata in vigore, nel febbraio scorso, del Collegato ambientale alla legge di Stabilità che, pur mantenendo la classificazione dei roditori come animali infestanti e non più come fauna selvatica, dà alle Regioni la possibilità di intervenire per garantire un’azione più organica e coordinata”.
La Delibera della Giunta regionale, pubblicata sul Burert del 22 aprile e immediatamente operativa, stabilisce che l'attuazione del piano in ambito urbano è in capo ai Comuni, in ambito rurale alla Polizia provinciale e, nei territori di loro competenza, agli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali.
Il Piano prevede che la cattura e la soppressione con metodo eutanasico è consentita con specifiche trappole, sia in città che in campagna, tutto l’anno da parte di Polizia provinciale, guardie comunali, coadiutori (personale abilitato dalla Regione), agricoltori sul loro fondo, personale delegato alla tutela delle acque (se in possesso del titolo di coadiutore) e nei parchi e riserve naturali dal rispettivo personale di vigilanza.
E' chiaro che Regione e Comuni contino molto anche sul contributo dei cacciatori. Non a caso per l’abbattimento diretto con arma da fuoco, oltre al personale di vigilanza e agli agricoltori "solo se in possesso di abilitazione all’esercizio venatorio", ci si riferisce direttamente a loro. I cacciatori emiliani e romagnoli potranno sparare alle nutrie durante l’esercizio della caccia dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, nei territori cacciabili. Nelle zone protette il periodo di caccia è ridotto dal 1 agosto al 31 gennaio. I coadiutori, che altro non sono che cacciatori abilitati dalla Regione, potranno inoltre sparare tutto l'anno.
Gli enti parco possono decidere periodi diversi sul loro territorio. Mentre per le zone umide, Sic e Zps l’abbattimento può avvenire dal 1 agosto al 31 gennaio e solo con uso di pallini atossici per salvaguardare la nidificazione degli uccelli acquatici.
Per quanto riguarda lo smaltimento degli animali occorre valutare la condizioni dell'habitat in relazione alle quali il capo può essere lasciato in loco, se irrecuperabile. Può essere previsto il sotterramento dove ciò non arrechi danni all’ambiente ovvero deve essere gestito come rifiuto speciale.