La
Confederazione Cacciatori Toscani è giunta al giro di boa dei suoi primi due anni di vita e si prepara ad un nuovo passo avanti verso l’unità: questo il messaggio forte e condiviso che arriva dall’assemblea annuale della CCT, svoltasi ieri 27 aprile a Firenze, presenti membri provenienti da tutta la Toscana.
“Adesso, a due anni dalla nascita – ha detto
Romagnoli – lo spirito unitario e la mole delle iniziative e prese di posizione congiunte, la nascita diffusa di strutture unitarie sul territorio è ormai realtà consolidata”. Un approccio condiviso dai numerosi interventi, tra i quali quello del presidente di Federcaccia, Moreno Periccioli, di Arcicaccia Fabio Lupi e di Anuu, Franco Bindi.
La CCT, ha ricordato il segretario, è stata presente in tutti i passaggi importanti connessi con la gestione e l’esercizio dell’attività venatoria. Su questioni di rilevanza regionale, nazionale ed europea. Una presenza forte che ha ottenuto risultati rilevanti, come, fra gli altri, l’accoglimento da parte del TAR della Toscana del ricorso proposto dalla CCT, con l’intervento anche della Regione, contro l’atto del Governo che aveva anticipato la chiusura della caccia al 20 di gennaio per le specie tordo bottaccio, beccaccia e cesena: un fatto importante nella prospettiva del calendario venatorio della prossima stagione; oppure la nuova normativa sugli appostamenti, con la recente legge approvata dal Parlamento che recepisce di fatto le regole già introdotte in Toscana a salvaguardia di una forma di caccia tradizionale e diffusa.
Molte le partite aperte su temi di grande rilievo: il confronto in atto da mesi sulle norme per la gestione degli ungulati, con al centro la richiesta di valorizzare ruolo e competenze degli ATC e dei cacciatori, a partire dalle
squadre con la caccia in braccata; l’iniziativa per ottenere dalla Regione la modifica del regolamento che detta le dimensioni dei box e dei recinti per la detenzione dei cani, oggi fissate in misura più che doppia rispetto alla Direttiva europea che pure il regolamento stesso dice di voler rispettare; le sollecitazioni per deroga allo storno, controllo sulle specie predatrici e antagoniste, il Calendario venatorio. Di grande significato e di rilevanza nazionale la denuncia presentata dalla CCT al Tribunale di primo grado dell’
Unione Europea per chiedere conto alla Commissione del mancato intervento a tutela dell’uguaglianza di diritti fra i cacciatori italiani e quelli di altre nazioni della UE (Francia in primis) dove il termine della stagione venatoria alla beccaccia è posticipato di quasi un mese rispetto all’Italia.
“Un elenco che potrebbe continuare – ha affermato il segretario Romagnoli - e che racconta l’impegno quotidiano della CCT e delle sue strutture per restituire alla caccia ed ai cacciatori ruolo e dignità. Una risorsa per tutti i cacciatori perché la Confederazione Cacciatori Toscani nasce aperta a tutti, per mettere in campo maggiori energie e risorse più ingenti di uomini, mezzi ed idee, per rappresentare al meglio le ragioni della caccia, dare il proprio fattivo contributo nel rapporto con le Istituzioni, con la politica, gli agricoltori e l’intera società, per la salvaguardia e il miglioramento della biodiversità e per la tutela del territorio, nella convinzione che la caccia ed i cacciatori sono fattori imprescindibili per raggiungere questi risultati”.