La Coldiretti Toscana è critica nei confronti della Regione Toscana che ha definito modalità e meccanismi di intervento finalizzati alla prevenzione e al contenimento dei danni alla colture agricole da parte di cinghiali, caprioli, cervi ed ungulati in genere nei periodi al di fuori della caccia.
“Il meccanismo per attivare la procedura di intervento – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – è estremamente burocratico, contorto e farraginoso e non consentirà di intervenire tempestivamente nelle situazioni a rischio. La legge non produrrà gli effetti per cui è stata concepita: riportare la popolazione degli ungulati ad un livello di sostenibilità, salvaguardare le attività agricole e la biodiversità. L’eccesso di burocrazia inserito nel piano non è figlia purtroppo solo della nuova legge, ma della mancata attuazione della legge sulla caccia a causa del passaggio delle deleghe fra Provincie e Regione. La procedura per attivare gli interventi rischia di essere inefficace: la legge obiettivo non servirà a nessuno”.
Ma c’è anche un secondo provvedimento che Coldiretti contesta e per cui ha già inviato le sue osservazioni agli uffici regionali: è quello relativo al piano di controllo del cinghiale che “introduce – analizza Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana – la solite complicazioni burocratiche rendendo molto tortuoso il percorso per attivare gli interventi di controllo da parte degli agricoltori (Coldiretti).