Modificare la cartografia delle aree vocate alla caccia al cinghiale della provincia di Massa Carrara per una migliore gestione del territorio. Questa la richiesta di Federcaccia, Arci Caccia e ANUUMigratoristi di Massa Carrara (ovvero le aderenti alla CCT) all'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi, a cui sono state avanzate specifiche osservazioni in merito alla legge obiettivo, che mira a contenere gli ungulati selvatici.
Le associazioni sottolineano come la cartografia proposta dalla Regione si discosti notevolmente dalla definizione delle aree vocate per la caccia al cinghiale della provincia di Massa Carrara almeno come indicate nello stesso piano faunistico venatorio provinciale. "Nella nuova proposta regionale - si legge nella nota delle associazioni venatorie - sono state infatti identificate come aree non vocate molte zone boscate nelle quali, in questi anni, l'azione delle squadre di caccia al cinghiale ha determinato un notevole aumento di abbattimenti, contenimento della specie cinghiale e diminuzione dei danni alle coltivazioni".
"Questa riduzione di aree vocate - concludono le associazioni - non sembra pertanto rispondente a quanto prefissato dalla stessa legge obiettivo in relazione ai criteri di individuazione delle aree non vocate (che dovrebbero essere zone ripopolamento e cattura, le zone di rispetto venatorio, le aree coltivate soggette a danni documentati nel quinquennio precedente, le aree coltivate potenzialmente danneggiabili, comprese le frazioni boscate e cespugliate tra loro intercluse) con il conseguente rischio di ottenere effetti del tutto contrari alle azioni di contenimento".