“L’attività di contenimento delle specie nocive non costituisce caccia e quindi non è soggetta ai limiti relativi”, così il Tar di Brescia respinge il ricorso della Lav contro il Piano triennale della provincia di Brescia per il contenimento e l'eradicazione della nutria.
Ad opporsi al ricorso, oltre a Regione e Provincia, c'era Confagricoltura, che sul Corriere della Sera commenta la vittoria ottenuta. “Il Tar – dice l’avvocato di Confagricoltura Brescia, Francesco Fasani – ha accolto le nostre tesi: le nutrie rappresentano un grave problema per l’agricoltura, che va combattuto. La pronuncia chiarisce i dubbi che sono sorti in seguito all’approvazione, nel dicembre scorso, del Collegato ambientale, ribadendo non solo che la nutria alla pari dei topi non può considerarsi specie protetta, ma anche che alle operazioni di contrasto alla specie possono partecipare tutti i cittadini”.
Il Tar infatti fa presente che la legge prevede in modo esplicito che possano agire "non solo i soggetti indicati dalla l. caccia all’art. 19, ma anche privati cittadini volontari, appositamente formati (art. 3 comma 2)"; prevede poi che, spiega il Tar, "in parchi e riserve - come quelli appartenenti alla “Rete Natura 2000” di cui la ricorrente si preoccupa - operi direttamente o per mezzo di propri delegati il solo ente gestore, tenuto quindi a rispettare tutte le norme di maggior tutela della riserva". "In tal senso, quindi - sottolineano i giudici -, i provvedimenti impugnati appaiono legittimi, considerato anche che l’attività di contenimento delle specie nocive non costituisce “caccia” e quindi non è soggetta ai limiti relativi, contrariamente a quanto ritiene la ricorrente”.
Il Tar ha condannato la Lav al pagamento delle spese processuali. Il motivo è semplice: la Lav, in quanto associazione protezionistica non è legittimata ad agire nei confronti di un animale che non è protetto dalla legge sotto nessun profilo e che anzi è considerata specie nociva.