"Non è più accettabile che si lascino sole le imprese dinanzi all'assedio dei selvatici, pregiudicandone il ruolo economico: per lo sviluppo del territorio e dell'ambiente, occorre una decisiva inversione di rotta, con una nuova e più efficace politica di gestione e controllo faunistico da parte delle competenti istituzioni cambiando radicalmente l'approccio sino ad oggi adottato". Lo ha detto il presidente di Coldiretti Brescia e Lombardia, Ettore Prandini sulla questione dell'incremento dei danni causati dalla fauna selvatica.
Nutrie in testa. Per Prandini in Lombardia siamo giunti ai livelli dell'emergenza in gran parte della pianura Padana. Altro problema crescente in regione è la presenza degli ungulati, cinghiali soprattutto, in aree non vocate, quindi non cacciabili. Oltre a determinare ingenti danni all'agricoltura, provocano danni all'ambiente, mettono a repentaglio la sicurezza delle persone e della viabilità, causando incidenti.
"Quello dei selvatici - continua il rappresentante di Coldiretti Lombardia - non è un problema solo per il mondo faunistico-venatorio, ma riguarda anche altri settori come quello ambientale e sanitario. E' importante e necessario, quindi, affrontarlo con un approccio interdisciplinare. Anche dal punto di vista finanziario si rende necessaria una compartecipazione e bisogna fare in modo che alle province sia garantito il ritorno delle risorse derivanti dalla tassa di concessione dei cacciatori".