L'eurodeputata Renata Briano dai banchi del Parlamento Europeo continua ad occuparsi di caccia. Qualche giorno fa, in un'intervista su Aosta News ha spiegato il proprio impegno negli anni a fianco dei cacciatori. A partire dalla tesi di laurea (sulla gestione faunistica del cinghiale), che ha scelto grazie al padre cacciatore e allevatore di cani da ferma, per arrivare all'impegno sui calendari da assessore il Liguria "ho lavorato per costruire calendari seri da un punto di vista scientifico e giuridico" ricorda.
"Con lo stesso metodo - spiega Briano - sto lavorando in Europa all'interno dell'Intergruppo Biodiversità, caccia e ruralità, di cui sono vice presidente. Voglio sottolineare che le cause di perdita di biodiversità sono molteplici". Agricoltura intensiva, cambiamenti climatici e specie aliene sono alcuni esempi riportati dalla Briano. "Non la caccia, che per legge deve essere conservativa. Purtroppo questo fatto viene quasi sempre strumentalmente taciuto. Dobbiamo concentrarci quindi sulle vere cause se davvero teniamo alla salute dei nostri ecosistemi".
Un esempio per salvaguardare l'ambiente arriva dalla gestione del cinghiale. "Per anni - spiega Briano - abbiamo trattato i cinghiali come una calamità senza che questo sortisse alcun effetto in termini di riduzione di danni o di conflitti. Se provassimo a pensarli come una risorsa si potrebbe avere un'inversione di tendenza. L'enorme quantità di ungulati selvatici presenti nel nostro territorio può rappresentare una fonte rinnovabile di cibo di elevata qualità nutrizionale, derivata da animali vissuti in libertà e non sottoposti a trattamenti con sostanze medicinali. La carne così prodotta, dopo i necessari controlli, potrebbe entrare in un circuito locale, così come previsto da norme comunitarie, e costituire una fonte di reddito accessorio per le comunità rurali".