Come a Siena, anche a Grosseto (le due zone più tradizionalmente vocate al cinghiale in Toscana) la Coldiretti è sul piede di guerra sulla definizione delle aree di caccia al cinghiale. Il rappresentante di Coldiretti nel Comitato di Gestione dell'Atc grossetano ha presentato una dichiarazione nel quale esprime la posizione contraria dell'associazione sulla proposta di legge formulata dalla Regione Toscana sulle aree vocate e non vocate al cinghiale, verbalizzandola e facendola mettere agli atti dell'Atc.
“La proposta della Regione – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto – sostanzialmente conferma l’estensione delle aree vocate precedentemente individuate dal piano faunistico venatorio. Non risulta invece rispettata la disposizione contenuta all’articolo 3 della LR 10 del 2016 laddove si prevede che devono essere incluse nelle aree non vocate al cinghiale, oltre a tutte le zone di ripopolamento e cattura, le aree coltivate soggette a danni documentati nel quinquennio precedente, le aree coltivate potenzialmente danneggiabili anche in presenza di opere di dissuasione, i terreni potenzialmente coltivabili da rimettere a coltura, comprese le frazioni boscate e cespugliate tra loro intercluse. Inoltre non sempre i confini delle zone sono stati riportati lungo linee fisiche di facile individuazione, come è invece indicato nel citato articolo della legge 10”.
“I mancati e insufficienti interventi hanno prodotto un’esplosione dei danni sulle aree coltivate ma anche rischi per i cittadini. – afferma Gaetano Zambrini, rappresentante Coldiretti in Comitato di Gestione dell’Atc Grosseto - A complicare la situazione, la mancata applicazione della legge obiettivo con cui la Toscana ha dichiarato di voler correre ai ripari contro l’esubero dei selvatici. Il rischio più grave è rappresentato dai cinghiali, responsabili in nella provincia di Grosseto dei due terzi dei danni alle colture agricole. Il piano di controllo approvato recentemente dalla Regione non ha modificato sostanzialmente le modalità di gestione di questo ungulato”.