“Legalizzata e ben regolata, la caccia ai grandi carnivori, gestita a livelli sostenibili, può essere uno strumento utile per risolvere i conflitti”. E' quanto si legge nel manifesto per la conservazione dei grandi carnivori in Europa redatto da IUCN (l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), ovvero il più importante organo scientifico che abbiamo in Europa per la tutela della fauna e dell'ambiente naturale. Per intenderci è sulle liste rosse di IUCN che si basano tutti i programmi di protezione delle leggi statali, come la 157/92 italiana.
Solitamente è sulle liste e le indicazioni di IUCN che anche le associazioni ambientaliste basano i loro mille appelli per la protezione di questa o quella specie, salvo tacitare le indicazioni che si ritengono scomode. Come è questa sui grandi carnivori, che considera la caccia tra le buone pratiche per conservare la specie. Nel Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, redatto dall'esperto Luigi Boitani, e ancora non affrontato dalla conferenza Stato Regioni (saltata la riunione della scorsa settimana), già duramente attaccato dagli ambientalisti, si introduce proprio questo principio, ipotizzando l'avvio di piani di controllo della specie, come per altro già avviene in diversi stati europei.
“Rallentando l'incremento della popolazione e mantenendone i numeri entro livelli accettabili, la caccia - continua il manifesto IUCN – contribuisce a diminuire le uccisioni illegali”. Il che avviene anche perché, spiega l'Unione Internazionale per la difesa della Natura, coinvolgendo le popolazioni locali nella gestione, aumenta il valore locale percepito della specie. “Tuttavia – spiega IUCN – i benefici della caccia in questo specifico contesto, dipendono da molti fattori, tra cui l'etica di conservazione dei cacciatori”.
Non solo, secondo IUCN, i cacciatori dovrebbero essere sempre più coinvolti nel monitoraggio della specie. "Dovrebbero essere utilizzate molteplici forme di studio della specie, coinvolgendo la popolazione nelle operazioni di raccolta dati. Gli esistenti e consolidati sistemi di monitoraggio che utilizzano gruppi provenienti dalla società civile, come i cacciatori per esempio, dovrebbero essere incoraggiati ogni volta che forniscono dati utili", scrive l'organizzazione. I cittadini possono fornire esperienze da confrontare con i dati scientifici a disposizione. Tuttavia è fondamentale avere dati attendibili e confrontabili".