In una nota firmata dal presidente Giuliano Ezzelini Storti, l'Arci Caccia del Veneto dichiara la propria contrarietà alla proposta presentata in Regione da Sergio Berlato sulla mobilità venatoria alla selvaggina migratoria in tutto il territorio. Secondo l'associazione la proposta “rischia di aumentare il rapporto Cacciatore/territorio, mettendo a rischio le culture agricole, la sicurezza dei cacciatori e la gestione faunistica, nonché violando il rapporto necessario “ettari disponibili alla pratica venatoria”.
Su questo tema, precisa l'associazione, "il 10 maggio 2016 abbiamo inoltrato all'Assessore Regionale Pan (come pubblicato sul nostro sito www.arcicacciaveneto.it), collegandola con le nostre proposte di modifica per il Piano Faunistico Regionale Venatorio, la richiesta di integrare la legge regionale n. 50 del 1993, inserendo la mobilità venatoria proprio per “legare” una modifica legislativa legittima ad una corretta pianificazione di gestione, come del resto accade in altre Regioni italiane, già da svariati anni".
Continua la nota di Arcicaccia Veneto: “non capiamo per quale ragione Berlato, nel tentativo condivisibile di superare parzialmente le scelte di caccia come da noi proposto sempre il 10 maggio, preveda solamente (in modo discriminatorio) a chi esercita la caccia da appostamento fisso, di praticare la caccia in forma vagante sul Comprensorio Alpino o ATC di iscrizione e, invece, impedisca a chi ha scelto atre forme di caccia, di poter andare in appostamento fisso, magari in compagnia dei propri amici".