"Come amministrazione comunale, insieme a quelle di Manciano, Pitigliano, Castiglione della Pescaia e Magliano in Toscana, abbiamo valutato di condividere le criticità che i cacciatori dei nostri territori hanno rappresentato sui contenuti della Legge obiettivo di recente emanazione della Regione Toscana, che disciplinerà la caccia agli ungulati nel prossimo triennio".
A scrivere queste parole è stato Alessio Teodoli, vicesindaco di Capalbio, al termine di una serie di incontri con i comuni limitrofi. Capalbio in particolare ha inviato una lettera all'assessore regionale Remaschi, precisando che: "la caccia al cinghiale in battuta è storia della nostra regione, ma soprattutto della Maremma, nei nostri territori la caccia ha rappresentato socializzazione e aggregazione e fa parte del nostro bagaglio culturale. Nella maggior parte dei casi, tra cacciatori locali e agricoltori si è creato un equilibrio di convivenza e di collaborazione nel rispetto gli uni degli altri, ma soprattutto nel rispetto delle aziende agricole e di chi le conduce".
"Con questa nuova legge, il rischio è quello di mettere in discussione l'equilibrio che si era creato, non tenendo conto delle diversità che ci sono tra le varie province della Toscana, non tutti i territori sono uguali e in tutti la problematica dei danni causati dalla fauna selvatica assume dimensioni variabili in relazione ai territori ed all'agricoltura praticata, pur comprendendo che la legge è regionale, secondo noi andrebbe prevista la possibilità di derogare a seconda delle esigenze delle varie realtà".
La proposta che giunge da Capalbio è di coinvolgere a livello locale il più possibile i cacciatori e le squadre del territorio, rendendoli responsabili delle aree vocate e non vocate, ed adoperarle per svolgere attività di prevenzione danni e tutti gli altri interventi di gestione e controllo che l'Atc richiederà, e qualora i risultati attesi non fossero in linea con i piani di gestione, attivarsi con interventi diversi.
Le zone cuscinetto per il sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori, dovrebbero avere dimensioni tali da permettere ai cacciatori di gestire il territorio di caccia durante tutto l'anno e non solo durante la stagione venatoria. "Come amministrazione - conclude il sindaco -, sentiti i numerosi cacciaotri nostri concittadini, sentiamo il dovere di rappresentare tutte le nostre perplessità anche relativamente alla proposta delle tre giornate fisse di caccia (mercoledì, sabato e domenica e senza possibilità di recupero), a partire dalla prossima stagione venatoria". L'argomento è stato proposto all'ordine del Giorno all'assemblea provinciale dei sindaci, fissata per il 25 maggio.