Una serie di contrasti sulla nuova legge regionale della caccia in Val D'Aosta, per lo più a causa delle disparità tra i distretti sui capi assegnati, ha portato alle dimissioni del presidente del Comitato venatorio valdostano, Jean Claude Soro e dei rappresentanti di circoscrizione. Tutto è iniziato con le dimissioni dei rappresentanti della quarta circoscrizione (che rappresenta circa 200 cacciatori), perché la nuova legge prevedeva compensazioni economiche (sconti sul rinnovo del tesserino) a fronte di una quota inferiore di capi assegnati ai cacciatori. Lo scontento della circoscrizione è stato poi risolto con un emendamento della Giunta, che prevedeva una compensazioni in capi da andare a prelevare nelle altre circoscrizioni. Alchè le altre sette circoscrizioni (dove stanno 1200 cacciatori) hanno a loro volta protestato e costretto il presidente del Comitato venatorio alle dimissioni.
Come non bastasse, nel guazzabuglio creatosi si intromette ora anche Legambiente, contestando la nuova legge su altri fronti, come la durata quinquennale del piano faunistico venatorio, che per gli ambientalisti potrebbe aprire la strada ad un ridimensionamento dell'obbligo di pianificazione ed i presunti costi della caccia sulle spalle dei contribuenti. In tal senso Legambiente propone un aumento del costo del tesserino venatorio (fermo, dice, da circa 20 anni all'importo di 160 euro), e l'introduzione di modalità di pagamento dei capi abbattuti. Secondo l'associazione, in un periodo di tagli ai servizi e alla sanità “risulta fastidioso che le stesse casse pubbliche finanzino, in buona sostanza, un hobby praticato da una minoranza di cittadini. In questo senso la nuova legge potrebbe costituire un’occasione per avviare un processo verso una sempre maggiore copertura delle spese da parte dei cacciatori”.