Il Tar del Friuli ha accolto il ricorso della Federcaccia contro il Piano faunistico venatorio regionale, annullandolo. L'iniziativa era partita da Paolo Viezzi, Presidente di Fidc regionale, che già poche settimane fa aveva segnalato alla Regione disparità nei 15 piani venatori distrettuali. Il Tar ha accolto entrambi i ricorsi (uno è stato presentato anche da alcune riserve) "per difetto di istruttoria" e dichiarato il Piano "illegittimo", per aver omesso un "ineludibile passaggio procedimentale e aver conseguentemente compresso la partecipazione procedimentale". Il Tar, pur ritenendo ammissibili gli altri motivi di ricorso attinenti a scelte programmatorie e pianificatorie, non li ha presi in esame perchè ritenuti già assorbiti dall'annullamento del Piano.
“Il Tribunale – commenta ora lo stesso Viezzi - ha disposto che la Regione riparta da “zero” tenendo in considerazione le istanze del mondo venatorio da sempre pregiudicato da una visione distorta della sua competenza e qualificazione”.
“Le conseguenze di questa sentenza – sottolinea la nota del presidente regionale Fidc - si comprenderanno appieno nei prossimi giorni. Quel che è certo è che la Regione dovrà e saprà trovare gli strumenti per evitare la chiusura della caccia”. “Se ciò avverrà non sarà certo – come qualcuno ha già voluto insinuare persistendo nel non comprendere le conseguenze che avrebbe avuto il PFR su tutti i cacciatori – per responsabilità della Federcaccia che ha solo evidenziato l’abnormità di un documento frutto di ripetute violazioni di legge che non ha fatto e non ha contribuito a fare”.
Secondo Viezzi, “i responsabili sono ben altri: un mondo ambientalista cieco ed estremista, un mondo scientifico distratto ed anche alcuni pseudo rappresentanti del mondo venatorio che ora sarebbe il caso si dimettessero da ogni ruolo”.