Sulla sentenza del Tar di Trieste che ha annullato il Piano Faunistico, interviene anche Sandro Levan, portavoce della cordata composta dalle riserve di caccia di Forgaria nel Friuli, Trasaghis e Ragogna, che ha presentato ricorso (accolto come quello di Federcaccia) con il supporto delle associazioni Pro Segugio, Libera caccia e Unione Nordest caccia e tiro. “Non siamo noi i colpevoli del flop che il Tar ha inflitto alla Regione a riguardo di un Piano faunistico raffazzonato che non ha inteso recepire le proposte di miglioramento avanzate dalle parti nel corso di incontri risultati unicamente e soprattutto informali” scrive Levan.
“E' tempo di smetterla di dare addosso ai cacciatori, attraverso provvedimenti anacronistici, inutilmente penalizzanti, quand’anche poco rispettosi di una categoria che sta operando con professionalità ed esperienza” dice Levan rispondendo all'amarezza espressa dall'assessore Panontin per i ricorsi contro il Pfv. “Forse neppure immagina la nostra frustrazione di anni e anni durante i quali non siamo stati ascoltati” sottolinea.
Il referente delle riserve invita i cacciatori ad evitare troppe sterile contrapposizioni e ad unirsi, per arrivare ad un “dialogo collettivo tra le varie anime del mondo della caccia. “Questa è stata la vittoria del piccolo Davide contro il gigante Golia ed è ascrivibile a tutta la base del mondo venatorio, non solo a una parte, come qualcuno vorrebbe far credere.
Ma tornando al Piano faunistico, che il Tar impone di “riavviare, garantendo a pieno la partecipazione procedimentale a tutti gli interessati”, Levan augura "che questa nostra vittoria serva a riaprire il giusto confronto con il Governo regionale, al quale chiediamo ascolto". Ogni altra considerazione sarebbe superflua in quanto ci renderebbe partecipi in prima persona del nuovo documento venatorio. Contro il quale, ovviamente, non sarà più il caso di scomodare il Tar.