E' diventato un caso nazionale il presunto raid assassino ai danni del gestore dell'oasi Sos Natura di Spinea, in provincia di Venezia. Qualcuno, per due notti consecutive, si sarebbe introdotto di soppiatto con il semplice scopo di massacrare tutti gli animali ospitati dall'oasi, decapitando galline, schiacciando e calpestando conigli, paperi e porcellini d'india. Una strage che gran parte dei giornali (compreso Repubblica e Il Fatto Quotidiano) e molti tg locali hanno bollato come atto di vandalismo e di estrema crudeltà. Enrico Piva, gestore dell'oasi, ha parlato di gesto mafioso, forse attuato da "attivisti per la caccia, qualcuno che vuole la mia terra o la concorrenza”. Ha giurato vendetta, augurando la stessa morte ai presunti autori della strage. Piva tra l'altro è uno che su facebook auspica il ritorno di Hitler per ripulire l'Italia dai Rom, ma che ama tantissimo gli animali.
Sulla vicenda si sono scritti fiumi di parole di indignazione. Ecco un estratto dall'articolo del Fatto Quotidiano: “coniglietti e anatre decapitate. Galline schiacciate e uccise a colpi di scarpone. Paperi straziati, molto probabilmente da un cane che è stato aizzato contro di loro”, e ancora “Vandali è dir poco. Un balordo non è in grado di produrre tanta ferocia. E’ stata come un’esplosione di odio incontrollato”. Sul tema è intervenuto addirittura il Governatore Luca Zaia,: “non sono vandali – ha dichiarato - , ma criminali a tutto tondo. E’ gente priva di rispetto per ogni forma di vita, che mi auguro venga presto individuata e punita con la maggior durezza possibile”. La reiterazione del misfatto (il massacro è avvenuto per due notti di seguito), per Zaia è la prova della “barbarie di menti malate o tragicamente vuote, dei responsabili”. “Ogni vita in natura – ha scritto in una nota l'ex Ministro all'Agricoltura - rappresenta qualcosa di speciale e merita un’attenzione speciale: in questo caso anche una punizione speciale”. A spendere parole simili anche altri personaggi pubblici, perfino del mondo dello spettacolo, come il comico veneziano Natalino Balasso.
Qualcuno ha tirato addirittura fuori la pista satanista (se ne è parlato anche su Repubblica), vagliata dagli inquirenti insieme alla più ovvia delle ipotesi, che però non ha sfiorato le menti della maggior parte dei commentatori della prima ora: l'incursione di un predatore, per dirne uno a caso, della volpe, nota (almeno dai contadini) per le sue scorribande sanguinarie. E' la sua natura: arriva, ammazza quanti più animali riesce e poi torna a completare l'opera. Chiunque abbia avuto conigli e galline ci avrebbe pensato. Quanti animali da allevamento vengono massacrati e deturpati da faine, donnole, volpi e altri predatori? Che dire delle centinaia, migliaia di pecore azzannate e trucidate dal lupo, in continua espansione in tutta la nazione e difeso a spada tratta da ogni animalista degno di questo nome?
Eppure, come giustamente fa notare Jacopo Gilberto, blogger del Sole 24 ore, a proposito di questa colossale cantonata, alla natura abbiamo volutamente tolto la sua connotazione truce e violenta. “Per noi, che viviamo climatizzati telefoninizzati e con l’abs sulla coscienza, la natura è buona, la natura è perfetta, la natura guarisce. L’uomo è cattivo, l’uomo è imperfetto, l’uomo fa ammalare. Quindi, la colpa delle cose brutte è sempre dell’uomo, savassandìr. Il merito delle cose belle è sempre della natura, lapalissiano”.
Questa ridicola storia è l'esempio lampante di come in Italia, e particolarmente in Italia, visto che in altri paesi l'educazione ambientale non è materia lasciata in mano alle tante sigle animaliste, vige una visione antropocentrica che preferisce una fantasiosa versione della vita naturale e degli animali, assimilabile a quella che hanno i bambini di tre anni che guardano Peppa Pig.
Dopo due giorni di fantasilandia anche i giornali sembrano rinsavire. Il primo a parlare sulla stampa dell'ipotesi volpe, fin da subito, era stato Massimo Zaratin, che ha fatto riflettere sulle abitudini delle volpi, soprattutto in questo periodo in cui insegnano a cacciare ai piccoli, e sui tanti fatti simili denunciati dai contadini e allevatori nelle campagne. Gli attacchi delle volpi, animali sempre più numerosi e sempre più vicini alle attività umane, sono uno dei tanti argomenti portati in evidenza da cacciatori e contadini al fine di incentivare una maggiore gestione venatoria di questa specie, responsabile dell'impoverimento faunistico anche nei boschi.
Eppure ogni volta che si parla di questi argomenti, che gli allevatori si appellano alle istituzioni, a salvaguardia dei loro animali, che di certo non soffrono meno di quelli delle oasi protezioniste, gli animalisti si indignano e si costernano, pubblicando tenere foto di cuccioli di volpe, che fanno tanta presa sull'opinione pubblica. In un servizio andato in onda ieri sera su Tg Venezia, si è parlato finalmente di isteria collettiva e si è fatto presente che l'ipotesi più accreditata dagli inquierenti era proprio quella dell'incursione dei predatori. L'esito delle indagini dell'istituto zooprofilattico di Legnaro, arrivato in mattinata, lo conferma. Il referto ufficiale parla di "lesioni alla base del collo che escludono traumi attribuibili ad altra causa" se non a morsi. Nessuna persona, nessun balordo, semplicemente volpi.