No alla proposta di mobilità venatoria presentata in Veneto. Dopo Arci Caccia anche la Federcaccia di Venezia dichiara la propria contrarietà alle modifiche proposte da Berlato.
“Di fatto questa proposta – sottolinea il Presidente Fidc Venezia Luciano Babbo - prevede che i cacciatori possano invadere il territorio e i terreni dei privati per 30 giorni nella caccia in capanno e per 15 giorni in quella vagante, entrando senza problemi nei terreni privati. Con tale modifica, si introduce il nomadismo venatorio, la rottura con il mondo agricolo in alcune province, con l’unico vantaggio di favorire parte dei cacciatori di alcune provincie, come Vicenza, e qualche protettorato politico. I cacciatori attualmente per essere soci pagano per legge l’ambito territoriale di caccia. Con la modifica proposta chi paga è un fesso, visto che altri lo possono fare gratuitamente. Nei mesi di ottobre e novembre sempre i non paganti l’Atc possono superare i soci dell’Atc. A Venezia si possono trovare mille capanni per ambito territoriale, per attività da appostamento o vagante alla migratoria, il sabato e domenica possono anche raddoppiare”.
“Chiediamo l’impegno alle forze politiche - conclude Luciano Babbo - ai sindaci dei comuni, alle associazioni agricole, alle associazioni ambientaliste che riconoscono l’attività venatoria, al sindaco della Città Metropolitana, ai cittadini che amano l’ambiente e le attività compresa quella venatoria, di esercitare tutti gli strumenti democratici affinchè questo scempio non sia tramutato in legge. L’attività venatoria è una cosa importante in Veneto per ambiente, fauna e i rapporti con il mondo agricolo va sconfitta questa anima estremista e minoritaria”.