E' stata l'occasione per fare il punto sui problemi della caccia lombarda l'annuale assemblea della Federcaccia di Bergamo. Presente anche Eugenio Carlini, in rappresentanza di Regione Lombardia, che ha parlato del piano faunistico regionale e Michele Sorrenti, responsabile dell'Ufficio Avifauna Migratoria della Federcaccia nazionale, figura di riferimento dell'associazione sulle documentazioni scientifiche portate davanti ai Tar contro i pareri Ispra e le posizioni del Ministro Galletti.
Posizioni come quella sulla cesena, che in Lombardia è considerata una priorità, visto che proprio su questa specie a gennaio c'è stato l'intervento del Governo, con la chiusura anticipata al 20 del mese, nonostante l'ottimo stato di conservazione della specie. In altre regioni, come sappiamo, il provvedimento ha riguardato anche tordi e beccacce. Durante l'assemblea sono stati ripercorsi i passi al Tar, con i ricorsi vinti grazie ai dati forniti da Federcaccia in Liguria e Toscana (ancora pendenti i ricorsi in Lazio, Lombardia e Marche). “Tutti ci additano come associazione alleata degli ambientalisti – si legge nel resoconto dell'assemblea di Lorenzo Bertacchi, presidente provinciale -. Eppure contro gli ambientalisti si vincono i ricorsi con i dati di Federcaccia. Sono i dati di Federcaccia quelli usati per controbattere a ISPRA”.
E se la cesena oggi è un’emergenza, non meno urgente è intervenire sull’allodola: attraverso un nuovo studio sui flussi migratori per superare i rilievi del Tar, rafforzando i censimenti con cacciatori formati, e ricostruendo gli habitat utili alla sosta per caprine la reale consistenza. “Lo sforzo sarebbe enorme e non potrebbe prescindere dal coinvolgimento di tutte le componenti di gestione venatoria e, soprattutto della Regione. Dovrebbero essere infatti attuati i Piani di Gestione, che passano solo in minima parte per limitazioni venatorie, ma soprattutto per una vera gestione agricola volta alla conservazione degli habitat” dicono da Bergamo.
I Roccoli invece restano chiusi. “Tanto chiusi che la Regione entro la scadenza di legge del 30 aprile non ha nemmeno provato a comunicare ad ISPRA che vorrebbe autorizzarli in deroga”.si legge nel riassunto dell'assemblea bergamasca. Pesa l’ultima sentenza del TAR Milano, che ha preso spunto da un ordine del giorno approvato in Consiglio regionale a Milano e in cui si chiedeva la sospensione della Banca Dati dei richiami “perché con la modifica della 157/92 è divenuto impossibile catturare i richiami vivi”. “L’unica via che ci rimane è quella della tutela del patrimonio culturale e paesaggistico e proveremo a metterla in atto”.
Sulla caccia in deroga invece qualcosa si è mosso, con la richiesta della Regione all'Ispra di un parere su storno, peppola e fringuello. Ispra risponderà che non ci sono dati aggiornati, come sempre. Alchè la Regione, sulla base dei dati internazionali a disposizione, “deve procedere ad autorizzare il prelievo in deroga anche contro il parere ISPRA, e lo deve fare il più presto possibile, affinché la questione sia portata avanti ai Tribunale Amministrativo e resistere fino a portare la questione davanti alla Corte di Giustizia europea”.
Altro punto dibattuto è il passaggio di consegne dalla Provincia alle Regione e le relative conseguenze sulla consegna dei tesserini e il rilascio di autorizzazioni che riguardano il settore, l’organizzazione degli esami di caccia, eccetera, tutto pare essersi bloccato. L'accentramento potrebbe avere conseguenze anche sul calendario venatorio: “di certo – dice Bertacchi - non potremo accettare un calendario unico uguale per tutta la Regione che non tenga conto delle peculiarità territoriali e di quelle prassi di buona gestione che solo in alcune province della Regione hanno preso piede negli ultimi anni”.
Sul Piano Faunistico regionale, che la Regione sta mettendo a punto, Federcaccia ha prodotto una serie di osservazioniche potrebbero risolvere numerose questioni e migliorare l’assetto venatorio nei prossimi anni: tra i vari aspetti da noi coltivati quello relativo al calcolo del territorio agro-silvo-pastorale. Il piano Faunistico deve essere solo la trasposizione cartografica di tali norme. Invece la Direzione Generale Ambiente della Regione, attraverso la VINCA, propone divieti vari suggeriti dalle associazioni animaliste e ambientaliste anticaccia.
Infine uno sguardo alle nuove generazioni: “dobbiamo ripartire dai bambini”. “Il nostro impegno è ora quello di costruire un format spendibile presso molte scuole”. Urgente è poi “incontrare al più presto i Federcacciatori bergamaschi under 40 anni per coinvolgerli e farli entrare con ruoli attivi nella vita delle sezioni comunali e della sezione provinciale”.