"Le scriviamo nuovamente dopo alcuni mesi, delusi per l’azione della Sua Amministrazione ed anche per non averLa potuta incontrare, così come Lei palesò nella risposta a quella nostra prima lettera aperta". Inizia così la lettera aperta di Federcaccia Piemonte al Governatore Sergio Chiamparino, intitolata "ora basta!", ovvero lo slogan scelto per la manifestazione di protesta dei cacciatori di venerdì prossimo. Ricalcando i contenuti di quella prima lettera, in cui l'associazione segnalava i gravi problemi che mettevano a rischio l'attività venatoria in Piemonte, l'associazione sottolinea che nulla si è fatto da allora e che anzi, la situazione è peggiorata.
"I cacciatori ancor troppo spesso vengono bollati come nemici di ambiente e società o, come recentemente scritto da quegli stessi fanatici animalisti da Voi convocati in audizione a discutere di legge sull’attività venatoria, dei… “sanguinari predatori” (comunicato Pro Natura Piemonte del 03/05/16)" scrive Fidc Piemonte. "Ebbene Presidente Chiamparino - continua la lettera -, i cacciatori piemontesi sono stufi! Stufi d’essere bersagliati dalle infamanti accuse dei “talebani dell’ambiente”, stufi d’essere ignorati dagli organi d’informazione che cercano solo titoli ad effetto o polemiche pretestuose, ma specialmente stufi e profondamente irritati per l’assoluta mancanza di rispetto e il trattamento in disprezzo alla legalità operato dalla Sua Giunta, e da chi ha assunto onore ed onere di amministrare la materia “Caccia”, ricevendo per tutto ciò specifiche deleghe proprio da Lei".
"Dal Vostro insediamento - evidenzia la Federcaccia regionale - siamo stati costretti a ben tre consecutivi ricorsi al TAR, tutti vinti inutilmente perché ora ci toccherà farne un quarto, e quest’ultimo arricchito da un’appendice…alla Corte Costituzionale! A nulla sono servite le nostre vittorie e il tanto denaro speso, soldi dei cacciatori sia ben inteso e non certo pubblici, ma ciò che davvero fa ribollire il sangue nelle vene, è vedere come dall’altra parte Regione Piemonte possa ignorare le nostre ragioni, mantenendo al suo posto un amministratore pubblico che in un qualunque altro civile Paese al mondo sarebbe già stato mandato a casa da un pezzo, o quantomeno gli sarebbero state sottratte le deleghe alla Caccia, per assegnarle a chi sappia dimostrare il giusto rispetto per un’attività, ed una categoria, che dovrebbe gestire e governare sul territorio regionale, e non penalizzare di continuo". "Nemmeno ci pare possibile - si legge nella missiva - continuare a scialacquare così tanto denaro pubblico, decine di migliaia d’euri dei contribuenti piemontesi, perseguitando propri concittadini e costringendoli a chiedere tutela alla Giustizia Amministrativa per veder garantito il sacrosanto diritto all’esercizio di una passione tanto antica e tradizionale".
Poi la conferma della manifestazione organizzata per venerdì 10 giugno: "scenderemo in piazza con altre associazioni e saremo in tanti, migliaia, per una civile manifestazione di protesta che vedrà simbolicamente uniti i quasi 25.000 cacciatori piemontesi, tutte persone normali, per bene, con fedina penale a posto e nessun problema con la giustizia; molti padri di famiglia, ma ognuno di loro certamente contribuente di una Regione che riceve ogni anno milioni d’euro dalla nostra categoria, bistrattandola in cambio e sperperando malamente denaro pubblico solo per ostacolarla, con inutili difese che si schiantano contro il muro della legalità e regalano alla politica piemontese l’ennesima brutta figura".