Alcune migliaia di cacciatori sono scesi in piazza questa mattina a Torino per difendere i propri diiritti. Come quello di avere un calendario venatorio rispettoso della Legge 157/92 e dei principi in essa contenuti, quali la sostenibilità dei prelievi argomentata da motivazioni scientifiche che hanno trovato accoglimento davanti al Tar nelle scorse annate.
"Nonostante i ricorsi vinti al Tar - sottolinea Giovanni Gallinaro, presidente regionale della Federazione della Caccia - non ci è più consentito cacciare la pernice bianca e ci è stata tolta la possibilità di allenare i cani nel mese di agosto". Oltre a questo, il calendario venatorio contiene diverse altre limitazioni, inesistenti nella gran parte dei calendari italiani, per specie cacciabili quali quaglia, allodola e tortora.
Come si evince dalla stampa locale, una piccola delegazione del corteo è stata ricevuta in Regione per portare queste ed altre rimostranze. Ma la Giunta sembra poco disposta a recepire le ragioni della protesta. "Federcaccia ci rimprovera di non essere rispettosi verso i cacciatori", dichiarano il presidente Sergio Chiamparino e l'assessore competente Giorgio Ferrero. "Forse confonde il rispetto verso i circa 20 mila cacciatori piemontesi - proseguono - con l'adesione acritica a ogni sua richiesta. Non intendiamo abdicare al nostro diritto-dovere di governare anche la caccia in modo da rispettare i diritti di tutti: cacciatori, ambientalisti, agricoltori, in generale cittadini, fauna e ambiente". "Al contrario, siamo profondamente rispettosi dei diritti dei cacciatori, così come lo siamo nei confronti degli altri cittadini e del Consiglio regionale che a stragrande maggioranza ha vietato la caccia di specie considerate vulnerabili come la pernice bianca".