Ispra, Ministero dell'Ambiente, Parco regionale del Delta del Po e Regione Veneto hanno organizzato venerdì scorso un workshop tecnico sul tema “Uccisione, cattura e commercio illegale di uccelli – Prospettive per lo sviluppo di un Piano d'Azione nazionale”.
Il Piano sarà redatto dal Ministero dell'Ambiente, con il supporto scientifico di Ispra e prevede l'individuazione di almeno 7 aree calde dove intervenire per contrastare il fenomeno (le Prealpi lombardo -venete, il Delta del Po, le coste pontino-campane, le coste e zone umide pugliesi, la Sardegna meridionale, la Sicilia occidentale e lo Stretto di Messina). A queste zone “calde” se ne aggiungono altre dove il bracconaggio, pur non essendo intenso come nei black-spot (così sono state chiamate le aree in questione), appare comunque piùfrequente che nelle restanti parti del territorio, come la Liguria, la fascia costiera della Toscana, la Romagna, le Marche, il Friuli-Venezia Giulia. Il Piano, è stato annunciato al termine del convegno, sarà sottoposto a consultazione pubblica e quindi ad approvazione nelle sedi istituzionali da parte delle amministrazioni competenti. Il workshop del 9 e 10 giugno ha avuto proprio lo scopo di raccogliere informazioni e condividere le linee del piano con rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato, delle Amministrazioni regionali e provinciali, delle Polizie provinciali, delle Associazioni ambientaliste e venatorie.
Per il Ministero c'era il Sottosegretario all'Ambiente Barbara Degani. “Sono convinta che l’apporto di esperienze e di idee fornite nel corso del workshop, permetteranno al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA di giungere alla formulazione di un piano d’azione davvero completo ed efficace, che tenga conto delle molte specificità che esistono sul nostro territorio”, ha dichiarato. “Il piano - ha aggiunto - costituisce uno strumento di lavoro fondamentale e indispensabile per ottimizzare l’impiego delle risorse disponibili, coordinare l’attività dei diversi soggetti coinvolti a vario titolo nelle attività di lotta al bracconaggio e migliorare il quadro normativo esistente, oltre ad essere la risposta migliore che l’Italia possa dare alla Commissione Europea a seguito dell’avvio della procedura EU Pilot. Per questo motivo faremo in modo di giungere al più presto ad una versione finale del documento discusso in queste due giornate, così da poterlo condividere con le Amministrazioni e renderlo ufficiale”.
La procedura Pilot (Caso 5283/13/ENVI) risale al 2013, si tratta di una richiesta di informazioni dall'Ue a seguito di segnalazioni, interrogazioni del Parlamento europeo, denunce di cittadini e associazioni ambientaliste (italiane) riguardanti la persistenza in Italia di diffusi fenomeni di bracconaggio ai danni dell'avifauna. Nella sua lettera (di due anni fa), la Commissione invitava "a rafforzare l'impegno di tutte le competenti autorità italiane per combattere il fenomeno del bracconaggio e per garantire il rispetto effettivo delle disposizioni della Direttiva Uccelli e dei relativi obiettivi di conservazione dell'avifauna”.