"Senza che si levasse voce dal mondo associativo venatorio nazionale e dal mondo politico, si è consumato lo scorso 30 giugno l’ultimo vergognoso attacco all’attività venatoria". E' il commento di ACR Onlus sull'approvazione della modifica della legge 157/92 che, all’art.12, impone ai cacciatori di annotare sul tesserino venatorio il capo di selvaggina prelevata “subito dopo l’abbattimento”. "Ovvero - dice ACR - esiste l’obbligo di segnare un soggetto che non si ha la certezza di recuperare effettivamente! Una follia tutta italiana…".
"Ancora una volta - evidenzia l'associazione - si palesa come, il legislatore italiano, intervenga in materia di caccia senza avere alcuna conoscenza di quelle che sono le modalità di svolgimento dell’arte venatoria. Ancora una volta il mondo associativo assiste passivamente allo scempio di ciò che dovrebbe proteggere. E non importa se il cacciatore dovrà passare più tempo con la penna in mano che a scrutare il cielo o i boschi in attesa di prede, l’importante è non andare allo scontro istituzionale. Quando finirà questa logica della calata di braghe? Quando la dignità e il buonsenso di cittadini onesti finiranno di essere calpestati?".
"Un pezzo alla volta, un centimetro al giorno - ciude la nota di ACR - la millenaria cultura degli uomini dei boschi, viene distrutta, noi di ACR chiediamo che le associazioni venatorie, dimentichino gli interessi di bottega e tornino a combattere veramente per il bene comune della caccia".