Riceviamo e pubblichiamo:
Alla Tavola Rotonda voluta a Tarzo dal Presidente del Circolo hanno partecipato: Gianangelo Bof Sindaco di Tarzo, Giuliano Ezzelini Storti Vice Presidente Nazionale, Piergiorgio Fassini Vice Presidente Regionale, Antonino Morabito Responsabile Fauna e Benessere Animale Legambiente, Francesca Zottis Consigliere Regionale Veneto, Claudio D’Ascanio Direttore CIA Veneto, Manuel Benincà Responsabile Ambiente Coldiretti Veneto, Pietro Pietrafesa Segretario Generale Fondazione UNA, Roger De Menech Deputato, Osvaldo Veneziano Presidente Nazionale.
Un tavolo che ha visto la partecipazione di una ampia pluralità di rappresentanze di interessi che, hanno contestato venditori di fumo che sono invecchiati con tante false promesse.
I partecipanti all’iniziativa hanno chiesto di passare ad una nuova fase: quella dove la politica risolve i problemi nell’interesse prioritario del paese, insieme alle categorie interessate.
Gli estremismi (di comodo) che vanno messi da parte rapidamente costruendo relazioni stabili tra quanti vogliono far convergere i loro pur diversi interessi in un unico obiettivo: fare della fauna selvatica una risorsa economica dei cittadini che abbia protagonisti gli imprenditori agricoli e il patrimonio di “economia” delle campagne, frutto del loro prezioso lavoro.
Le associazioni, “setta”, vanno archiviate tra i “nocivi” che danneggiano il paese.
A questo obiettivo occorre il concorso determinato della politica, delle istituzioni Europee, dello Stato centrale e delle Regioni.
Con la consapevolezza obbligata che occorre rispetto assoluto delle priorità dell’Agricoltura Italiana “Scommessa” importante per la soluzione della crisi, le istituzioni scientifiche hanno bisogno di essere dotate di regolamenti e supporti per assumere la responsabilità della conservazione integrata dell’economia rurale nelle sue articolazioni, dalla tutela e la salvaguardia delle specie selvatiche a quelle allevate. La “conservazione” integrata assuma la responsabilità della qualità della vita di donne e uomini che presidiano le campagne e le custodiscono quotidianamente. Non ci può essere contraddizione tra la possibilità di valorizzare le produzioni tipiche e di alta qualità del nostro paese e lo stato di salute e la quantità delle specie selvatiche presenti. Dagli interventi rappresentativi degli interessi diversi in campo sono emerse le potenzialità di un percorso innanzi tutto culturale. In particolare anche al Veneto si è chiesto di isolare i portatori di pubblicità ingannevole dell’ultimo ventennio. Occorre portare attraverso il nuovo piano faunistico regole e poi calendari inoppugnabili che non alimentino contenziosi a perdere nei tribunali amministrativi. Il Veneto può essere una regione importante affinché il paese abbia certezza di diritto e qualità ambientale. Purtroppo invece gli ultimi atti della Regione non vanno in questa direzione.
Con forza nella discussione è entrato il tema della mobilità venatoria. I partners del tavolo hanno concordato che l’Assessore alla caccia Pan è di fronte oggi alle responsabilità più importanti perché spetta a lui redigere il regolamento applicativo da sottoporre alla Giunta.
Hanno auspicato che l’assessore vorrà raccogliere le sollecitazioni per convocare una riunione per trovare soluzioni condivise con il mondo agricolo, ambientalista e venatorio.
L’augurio dell’ARCI Caccia è che la politica risolva anche perché pur essendoci nel testo di legge le condizioni noi preferiamo concertare la soluzione dei problemi alle vie legali.
Le criticità espresse nazionalmente dagli imprenditori agricoli dal mondo venatorio e dal mondo ambientalista hanno trovato le prime risposte in un metodo di lavoro che si sta consolidando nei tavoli tra FIDC – ANUU – ARCI CACCIA e Legambiente con ISPRA per costruire una nuova e aggiornata banca dati ungulati. La partita si gioca anche con il consolidamento della Fondazione Uomo Natura Ambiente (UNA), che con i primi progetti operativi: “Selvatici e Buoni” una filiera alimentare per garantire sicurezza, trasparenza e legalità, tracciabilità dei prodotti a base di selvaggina, e poi con quella di tutela dell’Orso Marsicano, e con la partecipazione all’Osservatorio per la lotta alle agro mafie costituito dalla Coldiretti ha attivato un primo importante ponte verso la società per superare gli integralismi ovunque essi siano insediati.
Da Tarzo il messaggio che è venuto è stato semplice, chiaro, comprensibile: la buona caccia è condizione indispensabile al bel paesaggio, che è merito anche dei nostri coltivatori. Occorre una gestione venatoria che sia produttiva e frutto dell’intesa con le rappresentanze di categoria e di interessi che hanno voglia di collaborare con buona volontà. Le istituzioni sappiano ascoltare.