Riceviamo e pubblichiamo:
L’ARCI Caccia Regionale del Piemonte ritiene che l’iniziativa intrapresa da alcuni Consiglieri Regionali, con la presentazione di un emendamento al D.d.L. n. 210 tendente a vietare il prelievo venatorio del gallo forcello e della coturnice, sia priva di motivazione scientifica e indice di scarsa conoscenza circa la presenza di queste specie sul nostro territorio alpino.
Il prelievo venatorio di queste specie è reso da sempre possibile nella nostra Regione previa accertata consistenza numerica, verificata ogni anno con censimenti primaverili e post riproduttivi e con piani di prelievo commisurati alla loro salvaguardia.
Tale metodologia, da molti anni in vigore e validata dall’ISPRA, consente un prelievo limitato al fine di non intaccare questo patrimonio e consentirne la capacità riproduttiva.
E’ questa una gestione rigorosa e corretta sul piano scientifico che come ARCI Caccia intendiamo difendere oggi e domani. In considerazione di ciò riteniamo che l’Assessore Giorgio Ferrero, la Giunta, la maggioranza e i gruppi di minoranza, si oppongano all’emendamento presentato che trae origine, oltre che da scarsa conoscenza e competenza, da una volontà punitiva verso tutto il mondo venatorio che oggi è una componente sociale utile e responsabile, fatta di cittadini onesti, rispettosi delle leggi e con una grande coscienza ambientale oltreché faunistica.
Siamo contro ogni fondamentalismo animalista e anticaccia e chiediamo ad ogni consigliere regionale di operare affinché la nostra Regione si doti rapidamente di una legge sulla gestione della fauna e sul prelievo venatorio di cui siamo privi da quattro anni; di un Piano Faunistico Venatorio Regionale che attendiamo da venti anni; di Regolamenti adeguati per gestire al meglio il nostro importante patrimonio faunistico inteso come ricchezza ambientale da custodire e valorizzare.
Abbiamo ribadito più volte che la nostra Associazione è sempre aperta al dialogo costruttivo e serio con le Istituzioni, ma non è più disposta a subire passivamente da chi ci governa atteggiamenti a noi non comprensibili e lontani dalla nostra cultura ambientale e venatoria.
Il reiterarsi di certi comportamenti mina il confronto serio tra le parti, alimentando solo la smania di protagonismo di qualche consigliere (ispirato ?).
Con la presente chiediamo all’Assessore Ferrero, alla Commissione Consiliare e ai Capigruppo che da subito si apra un tavolo di confronto coinvolgendo tutti i soggetti interessati affinché la nostra Regione abbia al più presto una legge e un Piano Faunistico Venatorio Regionale senza i quali non sarà possibile gestire il patrimonio faunistico del Piemonte.