In Abruzzo è in atto una dura protesta delle squadre dei cinghialai (sono in "sciopero" quelle della zona di Chieti) contro il regolamento regionale sulla gestione degli ungulati, che impone un diverso approccio, volto al contenimento della specie, su tutto il territorio regionale, tramite anche la caccia in selezione.
Qualche giorno fa i cinghialai della zona hanno ottenuto un incontro in Regione (presenti la Fidc di Chieti, la Libera Caccia regionale e i capisquadra del vastese) per spiegare le proprie posizioni e chiedere una modifica del regolamento regionale. Condizione questa messa sul tavolo dai cacciatori per sospendere lo sciopero.
Franco Recchia, tecnico della Regione Abruzzo, ha sottolineato che "il controllo sulle popolazioni di cinghiali può essere fatto solo con criteri selettivi, così come impongono le norme nazionali" e non quindi con il metodo della braccata. "Per quel che mi riguarda - ha aggiunto - non farò opposizione alle modifiche che voi cacciatori proponete: l'abolizione dei famosi 66 euro come rimborso per i danni arrecati dai cinghiali, l'estensione della macro area e anche la possibilità di intervenire nelle zone non vocate alla presenza del cinghiale con tutte le tecniche di prelievo possibile, compreso la braccata. Ma tenete presente che non sono il solo a decidere e che ogni proposta di modifica al regolamento deve passare anche per la commissione, organo politico e non tecnico".
"Tra l'altro - ha aggiunto Recchia - accanto al controllo, abbiamo introdotto anche la caccia di selezione al cinghiale, con la possibilità di fare prelievi addirittura sulla neve. Sarebbe già dovuta partire da giugno. Non è partita perchè non c'è ancora un calendario venatorio, ma ci stiamo lavorando ed entro la fine del mese di luglio sarà pronto. Inoltre entro fine anno dobbiamo riscrivere la legge sulla caccia". "Non andremo più a caccia di cinghiali - rispondono i cinghialai del Vastese - Dovranno pagarci se vogliono che spariamo ai cinghiali".