"Ci sono almeno altre due scadenze immediate per il popolo dei cacciatori migratoristi lombardi". Lo dice in una nota su facebook l'ex consigliere regionale lombardo, da sempre vicino alle istanze dei cacciatori, Vanni Ligasacchi. "La prima - spiega - è senz'altro quella di garantire per la prossima stagione venatoria le 5 giornate di caccia settimanali da appostamento nel periodo ottobre e novembre". Come? "Il legislatore lombardo, al di là della preoccupazione di intervenire contro la sentenza della Corte costituzionale sulla modifica per legge del calendario venatorio, - spiega Ligasacchi - può certamente ridare al nostro mondo dignità modificando il comma 8 dell'articolo 40 della stessa L.R. 26/93, senza accampare troppe scuse. Basta copiare la legge del vicino Veneto che li consente (art 16, comma 2), con la tranquillità che la stessa legge quadro nazionale affida il potere di farlo proprio alle regioni".
La seconda questione, spiega ancora Ligasacchi - riguarda la pezza che regione Lombardia dovrebbe doverosamente e al più presto mettere, per ricucire le castronate venatorie combinate dal nostro Renzi che recentemente con il suo Governo ci ha obbligato a segnare i capi di migratoria appena abbattuti, dimenticando di aggiungere la famosa parolina “e recuperati” oppure “e incarnierati” evitando ai nostri poveri capannisti di diventare dei meri ragionieri venatori sempre a rischio di verbali ad ogni fucilata".
Ligasacchi, che insieme ad Acr ha raccolto 5 mila firme necessarie per la presentazione in Regione di una proposta di legge regionale di iniziativa popolare per la "valorizzazione della cultura e delle tradizioni dello spiedo", rassicura i cacciatori: "la Regione è con noi, le associazioni anche, perchè quindi sento così tanta gente dubitare dei nostri eletti? Tranquilli..., diciamo che se si dimenticassero di noi ci sono sempre le migliaia di firme raccolte di nostri sostenitori e amministratori locali in favore della nostra proposta di legge di iniziativa popolare che, avendo raggiunto il traguardo delle firme, costringerebbe il Pirellone ad affrontare anche questo tema".