“Nell'ottica di una revisione del Key concepts, il Governo ha avviato il confronto con le regioni: queste, solo a seguito di numerosi solleciti, hanno prodotto lo scorso dicembre i dati in loro possesso. Questi dati l'ISPRA li ha ritenuti non soddisfacenti dal punto di vista scientifico. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in occasione della riunione Pacchetto ambiente dello scorso giugno a Roma, ha informato la Commissione europea sull'avvio di un ampio confronto con tutti i soggetti portatori di interessi nella materia, per acquisire tutti i dati scientifici attualmente disponibili. Si sono anche svolti incontri con le associazioni ambientaliste, e io credo che, se dovessero emergere novità dal punto di vista scientifico, sarà possibile chiedere una modifica del Key concepts entro la prossima stagione venatoria”.
Così il Ministro all'Ambiente Galletti risponde ad un question time della Lega Nord, nel quale si è ricordato al ministro l'ordine del giorno approvato durante il dibattimento della legge Europea, che ha impegnato il governo alla modifica del documento sui Key Concepts nazionali. E' infatti questo testo che fissa, erroneamente, l'inizio della migrazione di ritorno alle zone di nidificazione in Italia nella seconda decade di gennaio, nonostante le evidenze scientifiche, presentate anche ai Tar, abbiano dimostrato che in realt�avviene alla seconda decade di febbraio, coerentemente con dati francesi e spagnoli, che anche recentemente la Commissione Ue ha ritenuto corretti.
Se si aggiunge che la Direttiva Uccelli prevede il distaccamento dai Key Concepts presentando dati aggiornati, che lo stesso ufficio legislativo del Ministero dell'Ambiente abbia ammesso “incongruenze difficili da spiegare nel confronto fra Paesi confinanti” e che il caso Pilot altro non era che una richiesta di chiarimento proprio su questo, ecco smontata ogni difesa accampata, ancora una volta, dal Ministro, accusato nuovamente dalla Lega Nord di un improprio utilizzo del potere sostitutivo, usato due stagioni di seguito per anticipare la chiusura della caccia a cesena, tordo bottaccio e beccaccia in Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Lombardia e Umbria.
“Se noi non avessimo effettuato il commissariamento delle regioni – sottolinea nuovamente Galletti -, si sarebbe consumata irrimediabilmente la violazione degli obblighi imposti dall'ordinamento europeo, e quindi saremmo andati non solo in infrazione, ma immediatamente anche in sanzione, perché in quel momento avremo consumato la violazione del Key concepts, e quindi saremmo stati condannati dalla Corte di giustizia europea al pagamento di una sanzione”. Il che sarebbe da dimostrare, cosa che per ora Galletti non ha saputo fare.
“Gli interroganti (Borghesi, Fedriga, Attaguile, Busin, Caparini, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Picchi, Gianluca Pini, Rondini, Saltamarini e Simonetti , ndr) - si legge nel question time - non ritengono esistenti i presupposti previsti dalla legge 5 giugno 2003, n. 131, per procedere all'esercizio del potere sostitutivo nei confronti delle regioni, in quanto è stato accertato il pieno rispetto della normativa statale (legge n. 157 del 1992) da parte delle regioni in fase di predisposizione e approvazione dei calendari venatori e, quindi, la coerenza con le normative comunitarie”. Vai al question Time di Borghesi e altri Vai al resoconto stenografico |