Le associazioni venatorie riconosciute del Piemonte (Anuu, Federcaccia, Enalcaccia, Eps e Libera Caccia), con una lettera inviata al Consiglio regionale chiedono il
ritiro dell'emendamento che mira a vietare la caccia alla fauna tipica alpina (emendamento
n. 42 al ddl. n. 210, relativo a modifiche ulteriori alla l.r. 4 maggio 2012 n. 40), ovvero gallo forcello e coturnice, dopo i divieti già imposti.
Il testo, secondo le associazioni venatorie si pone in contrasto con norme costituzionali che delegano allo Stato Italiano l'esclusiva potestà legislativa in materia ambiente, così come già evidenziato nel recente ricorso presentato dal mondo venatorio al Tar avverso al calendario venatorio 2016/17, ed in particolare proprio in riferimento ad analogo provvedimento legislativo di Regione Piemonte sulle specie pernice bianca, lepre variabile e allodola.
"Questa potrebbe diventare occasione favorevole - sostengono le associazioni - per riprendere una collaborazione cui non intendiamo affatto sottrarci, certo fra sensibilità molto diverse, ma pur sempre nel rispetto di ambiente e biodiversità, e tutto ciò senza dover rinunciare a tradizioni secolari, o a significativi interessi di settore economico e sportivo-culturale afferenti l’attività venatoria piemontese".
Le associazioni venatorie rinnovano la loro disponibilità ad un tavolo di lavoro con le forze politiche interessate, "affinché la nuova legge regionale sull'attività venatoria nasca in piena armonia con spirito e contenuti della l. 157/92 cui essa dovrà riferirsi, e possa quindi rappresentare garanzia di rispetto per insuperabili esigenze di collettività e dei legittimi portatori d’interessi".