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Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)


venerdì 5 agosto 2016
    

Riceviamo e pubblichiamo:

Le scriventi Associazioni Venatorie riconosciute ribadiscono la loro assoluta contrarietà all’ art. 32. (Razionalizzazione dei Comitati di Gestioni degli A.T.C. e C.A.) del Ddl. 143, là dove esso testualmente recita: “La Giunta regionale può affidare la gestione di più Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) ad un unico Comitato di Gestione, secondo le disposizioni dettate dalla stessa.”

Crediamo che l’operazione che si vorrebbe portare a compimento nulla apporterebbe in termini di efficienza gestionale od operativa, e tantomeno potrebbe creare risparmio economico; al contrario risulterebbe del tutto controproducente, essendo l’attività di presidente e membri dei comitati di gestione di A.T.C. e C.A. prestata a titolo assolutamente gratuito, e dunque non incida che minimamente sui conti degli stessi, se non per un rimborso spese inevitabilmente destinato a diventare molto più gravoso per le casse degli enti qualora fossero previsti grossi spostamenti per i singoli componenti.
A tutto ciò s’aggiunge la violazione dei sani principi che ispirarono la l.157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) laddove vollero legare sempre più il cacciatore al suo territorio al fine di favorirne la corretta gestione e, aggiungiamo noi, infine di tutelare l’ambiente con la difesa di preziosissime biodiversità che paiono a noi come valori assoluti, irrinunciabili, e che il mondo venatorio da sempre difende.

Non si capisce dunque come si potrebbero raggiungere queste preminenti finalità prevedendo “comitati di gestione” spalmati su aree amplissime, spesso nemmeno omogenee tra loro, come quelli che nascerebbero da accorpamenti indesiderati dovendo amministrare l’attività venatoria privi della giusta rappresentanza territoriale.

D’altro canto anche il recente pronunciamento della Corte Costituzionale in riferimento alla Regione Toscana ci offre spunti molto interessanti, giacché laggiù s’era previsto d’accorpare per legge gli A.T.C. esistenti, creandone uno per ogni singola provincia, con sotto-ambiti a questi collegati. A fare ricorso contro la nuova legge sulla caccia in quel caso fu la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri, cui ha dato riscontro la Consulta con una sentenza, la n.124 del 5 aprile 2016 depositata in cancelleria il 1 giugno, e destinata a far storia, diventare per altri modello cui ispirarsi.

Per la Corte Costituzionale l’impostazione proposta da Regione Toscana risulta del tutto "illegittima", così scrivono i giudici, perché essa "tradisce" la finalità del legislatore statale di volere "…attraverso la ridotta dimensione degli ambiti stessi, pervenire ad una più equilibrata distribuzione dei cacciatori nel territorio" e di conseguenza "…conferire specifico rilievo alla dimensione della comunità locale, più ristretta e più legata sotto il profilo storico e ambientale alle particolarità del territorio".

“Il carattere provinciale dell’ambito voluto invece dal legislatore toscano” si legge ancora nella sentenza “al quale si lega l’istituzione di sottoambiti privi di funzioni amministrative, tradisce questa finalità. Esso diluisce infatti una sfera di interessi (connessi alla caccia e alla tutela dell’ambiente) incentrata sul territorio locale, nella ripartizione per province, ove la dimensione territoriale implica più ampie e meno specifiche esigenze di decentramento amministrativo”.

Nel suo ricorso il Governo ”ritiene lesiva della competenza esclusiva dello Stato in materia di «tutela dell’ambiente e dell’ecosistema» (art. 117, secondo comma, lettera s, Cost.) l’attribuzione agli ambiti di una dimensione provinciale, in contrasto con quanto previsto dall’art. 14, comma 1, della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), secondo il quale le Regioni ripartiscono il territorio destinato alla caccia in ambiti territoriali di dimensioni subprovinciali, possibilmente omogenei e delimitati da confini naturali”.

La tutela dell’ambiente appare dunque come una prerogativa esclusiva dello Stato e dunque, secondo noi, non incentiva iniziative come quella che si vorrebbe assumere in Regione Piemonte, e lo si apprende dall’interessante lettura del documento sopra citato in cui emerge un concetto importantissimo: “Questa Corte ha ripetutamente riconosciuto che la costituzione degli ambiti territoriali di caccia, prevista dall’art. 14 della legge n. 157 del 1992, manifesta uno standard inderogabile di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, con riferimento sia alla dimensione subprovinciale dell’ambito (sentenze n. 142 del 2013 e n. 4 del 2000), sia alla composizione degli organi direttivi (sentenze n. 268 del 2010 e n. 165 del 2009)”.

Ecco perché reputiamo non si debba procedere sulla strada di eventuali accorpamenti, nemmeno sull’eventuale previsione di una futura ridefinizione di superfici e/o confini di A.T.C. e C.A. che alla fine tradirebbero le finalità volute dal legislatore; noi crediamo che l’orografia particolare del territorio piemontese, e la presenza di confini naturali, rendano gli attuali ambiti e comprensori strutture adeguate al rispetto delle finalità individuate dalla recentissima sentenza della Corte Costituzionale.

Invitiamo dunque la Giunta e il Consiglio regionale piemontese a prenderne dovutamente atto, intervenendo al più presto sulla questione, e stralciando l’articolo 32 dal Ddl 143, che nulla c’entra con la materia venatoria.
 
 

Anuu Migratoristi, Federcaccia Piemonte, Enalcaccia, EPS, ANLC
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7 commenti finora...

Re:Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)

Il rifiuto della consegna del tesserino di caccia da parte del Comune comporterebbe il risarcimento di danni morali e materiali qualora il cacciatore non avesse la possibilità anche per pochi giorni di poter andare a caccia. Un sindaco deve essere super partes e rispettare le norme e le leggi della Stato italiano. Che poi sia anticaccia è un fatto suo, personale.

da Il cacciatore giusto 11/08/2016 9.04

Re:Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)

bla bla bla e ancora bla.......intanto paghiamo...

da setter'63 08/08/2016 1.31

Re:Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)

Alla fine ogni atc offre qualche posto di lavoro e per noi e' motivo di orgoglio, però una domanda me la pongo, si può accettare la cancellazione delle province, la quasi eliminazione del senato ecc in nome di una revisione della spesa e poi opporsi all'accorpamento degli atc (esempio prov piacenza sono mi pare 11 per 220 membri del com d.gest.ne) quando si prospettavano queste cose dov'erano le associazioni venatorie, forse eravamo tutti un po distratti. Sono convinto che qualcuno di quelli che si oppongono ora, sia ancora sul carro del vincitore!

da Mino 51 06/08/2016 17.04

Re:Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)

Ciao -Geni incompresi-, Sai abbiamo chiesto di accorpare queste ex provincie con grandi ATC. Non ero presente ma sembra che si siano messi a "ridere" e contestare. Non è possibili pensare a due o più atc in quelle provincie, a meno che si vogliano trasformare gli atc in delle Aziende Faunistico Venatorie. Come dici: Staremo a sentire e vedere cosa propongono i grandi Geni. Cordialità

da Monogrillo 06/08/2016 8.15

Re:Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)

Caro monogrillo se questi geni del PD lasciavano fare tutto come era andava alla grande! Ora voglio vedere come fanno a fare 2 atc in provincia di Prato Pistoia Lucca Massa e Livorno dove c'è ne era sempre stato solo uno! Sono andati a toccare una cosa che andava bene ....grande PD grande CCT

da Geni incompresi toscani del PD 05/08/2016 22.33

Re:Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)

In Toscana, lo sapete tutti, avevano fatto una legge che prevedeva UN SOLO COMITATO DI GESTIONE, anche se gli atc erano tre, questi sono divenuti SUB AMBITI, e la Corte Costituzionale, questa legge la definita illegittima. Adesso bisogna rifare tutto "daccapo" Gli ATC e i loro comitati devono essere SUB PROVINCIALI, c'è solo da sperare che non ce ne siano più di due ogni ex provincia.

da da monogrillo 05/08/2016 16.31

Re:Piemonte: associazioni venatorie contrarie a riforma sugli Atc (art. 32)

finalmente qualcosa di buono (la Toscana insegna), anche se la 157/92 va rivista; però manca ancora un tassello importante alla regione Piemonte, unica in Italia ha non avere un legge regionale.

da mirco vatteroni 05/08/2016 15.18